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Ingrid Betancourt tells the story of her captivity in the Colombian jungle, sharing powerful teachings of resilience, resistance, and faith. Born in Bogotá, raised in France, Ingrid Betancourt at the age of thirty-two gave up a life of comfort and safety to return to Colombia to become a political leader in a country that was being slowly destroyed by terrorism, violence, fear, and a pervasive sense of hopelessness. In 2002, while campaigning as a candidate in the Colombian presidential elections, she was abducted by the FARC. Nothing could have prepared her for what came next. She would spend the next six and a half years in the depths of the jungle as a prisoner of the FARC. Even Silence Has an End is her deeply personal and moving account of that time. Chained day and night for much of her captivity, she never stopped dreaming of escape and, in fact, succeeded in getting away several times, always to be recaptured.

Ha termine con questo quinto volume la pubblicazione dell'Inventario dei disegni dell'Archivio Storico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, appartenenti alla categoria dei bozzetti, dei modellini, dell'attrezzeria di scena, dei figurini per i costumi, per gli anni dal 1973 al 1983. Il carattere della pubblicazione si ispira fortemente a quello di altri inventari di disegni, pur nella specificità del caso. Aggiornato ai più recenti repertori documentari, questo inventario mette a disposizione di coloro che studiano il disegno teatrale della seconda parte del Novecento una vera e propria 'carta d'identità' dei pezzi in collezione, completa di ogni dato oggettivo. Tra i circa milleottocento elaborati di questo quinto Inventario, figurano disegni di importanti protagonisti della pittura e della scultura del secondo '900 come Franco Angeli, Sylvano Bussotti, Corrado Cagli, Piero Cascella, Piero Dorazio, Derek Jarman, Giacomo Manzù, Fausto Melotti, Hidetoshi Nagasawa, Mario Schifano e di scenografi-costumisti come Anna Anni, Ezio Friferio, Karl Lagerfeld, Emanuele Luzzati, Elena Mannini, Beni Montresor, Pierluigi Samaritani e Pier Luigi Pizzi per le oramai 'storiche' regie di Luca Ronconi. 2 volumi, cm 22,5 x 30, 2 tomi di xxiv-756 pp. compl. con 1692 figg. n.t. a colori e 2 in b.n. Rilegato, Fondazione Carlo Marchi. Studi,35. Firenze, Olschki Ed. 2 volumi, cm 22,5 x 30, 2 tomi di xxiv-756 pp. compl. con 1692 figg. n.t. a colori e 2 in b.n. Rilegato, legatura ed. Fondazione Carlo Marchi. Studi,35.

Questo studio rappresenta il primo tentativo di analizzare in modo sistematico un insieme di materiali variegati e tuttavia intimamente coerenti: gli usi e il valore del termine phlyax le testimonianze e i frammenti di due poeti drammatici, Rintone e Sopatro (vissuti entrambi fra IV e III secolo, rispettivamente a Taranto e ad Alessandria), le cui opere sono definite come phlyakes dalle fonti antiche; le testimonianze e i frammenti di altri due poeti, Scira di Taranto e Bleso di Capri (entrambi di cronologica incerta), i cui drammi, non definiti come phlyakes dalle fonti, sono pero assimilabili a quelli di Rintone e di Sopatro. Il materiale in esame necessita di un'analisi a piu livelli. In primo luogo si impogono alcune problematiche di ordine storico. Tutti questi poeti, infatti, sono stati attivi in centri di primo piano nel mondo antico, la cui vita culturale conosciamo tuttavia in misura infinitamente piu limitata rispetto a quella di Atene: questo fatto solleva molte domande intorno al tipo di produzione drammatica diffusa al di fuori dell'Attica e al suo rapporto con quella ateniese. Inoltre, i frammenti dei poeti in esame hanno implicazioni notevoli di ordine letterario e filologico: il tratto distintivo che accomunava i drammi da cui provengono, infatti, era quello di interagire strettamente con i modelli tragici e comici attici, spesso in chiave parodica, ma non senza una capacita innovativa e un gusto raffinato, come emerge chiaramente a livello di scelte linguistiche e stilistiche. Il materiale qui raccolto e discusso testimonia quindi la prima fase, in eta ancora alto-ellenistica, di diffusione, ricezione e rielaborazione della produzione drammatica ateniese al di fuori dei confini dell'Attica, prima del suo recupero nel mondo romano.

Il volume dedicato a una delle pi emozionanti stagioni dell'arte italiana negli ultimi secoli, quella che va dall'ultimo decennio dell'Ottocento all'indomani della Prima guerra mondiale, nota col termine Divisionismo. Negli anni in cui in Francia Signac e Seraut "punteggiano" il Neo Impressionismo, anche in Italia diversi artisti si confrontano con l'uso "diviso" del colore, ma in maniera diversa e originale. Nel Divisionismo italiano i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati che spesso si sovrappongono: una tecnica audace che, meglio di altre, permette di rappresentare le tematiche del nuovo secolo, dal mutato rapporto con la realt agreste all'evoluzione della citt moderna, dalle scoperte scientifiche agli incombenti conflitti sociali. Una pittura di luce e di sentimento, magistralmente rappresentata dalle opere di Vittore Grubicy de Dragon e Plinio Novellini, di Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo, per giungere alla straordinaria stagione divisionista di artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini e Carlo Carr: ultimi, emozionanti bagliori di una vicenda artistica che andr a sfociare nel rivoluzionario futurismo.

Prendendo le mosse della straordinaria fortuna della storia di Griselda, che nel Decameron viene collocata al termine della decima e ultima giornata, si discutono le varie tesi relative alla sua origine, riconoscendo in Boccaccio l'inventore di un preciso intreccio narrativo, che rimane sostanzialmente immutato per circa cinque secoli. La ragione di tale stabilità, come quella dei mutamenti, viene cercata nell'evolversi del concetto di virtù, sotteso alla storia nelle sue varie redazioni. cm.17x24, pp.140, Biblioteca dell'Archivum Romanicum. Firenze, Olschki cm.17x24, pp.140, brossura Biblioteca dell'Archivum Romanicum.

Excerpt from The Northern and Central Nootkan TribesThe material for this report was collected in 1935 - 36 with the assistance of a pre-doctoral Research Fellowship granted by the Social Science Research Council. The research problem was to de termine the bases of social stratification. I had no intention of diverging from the specific problem to collect data for a general ethnography, but I soon found that the societal factors could not be isolated without forcing the material. For example, with various economic property rights as important as they were to the status of the nobles, or chiefs, the fact that a chief owned a salmon trap of one kind, and a man of lesser rank a trap of another type, makes it necessary for the field worker to learn what the different types of salmon traps were to see if there was anything of significance in the two specific cases he has recorded. Again, one cannot evaluate the significance of the ownership of particular ritual privileges by chiefs without knowing the whole ceremonial. Before long I found that my quest for the basic forces of social organization were leading me into all phases of the culture: economy, technology, ceremonialism, and the rest, so I ended up trying to round out the picture. The aim, however, was always to relate these topics to the problems of the social structure.About the PublisherForgotten Books publishes hundreds of thousands of rare and classic books. Find more at www.forgottenbooks.comThis book is a reproduction of an important historical work. Forgotten Books uses state-of-the-art technology to digitally reconstruct the work, preserving the original format whilst repairing imperfections present in the aged copy. In rare cases, an imperfection in the original, such as a blemish or missing page, may be replicated in our edition. We do, however, repair the vast majority of imperfections successfully; any imperfections that remain are intentionally left to preserve the state of such historical works.

Dans la plupart des récits, l’histoire se termine quand le héros meurt. Mais dans cet ouvrage, c’est au décès tragique du protagoniste que l’intrigue prend naissance. À la dérive au-dessus de son corps, Patrice découvre un tout autre univers et parcourt, avec peine et hésitation, la route le menant vers l’au-delà. Au terme de son voyage, il se retrouve dans la chambre du pardon, seul avec lui-même, face aux déboires de sa vie passée. Une seule issue s’offre à lui : le pardon ! Pardonner quoi, à qui, et dans quel but ? Il le saura bien assez tôt... Mais avant de pouvoir accéder à cet univers merveilleux qui l’attend, il devra franchir certaines étapes cruciales qui l’amèneront à changer complètement sa perception de son « vécu ». Dans ce livre, l’auteur nous entraîne dans une aventure où l’évidence que le hasard n’existe pas s’impose... Troubadour du cœur, passionné de vie, André Harvey appartient à la catégorie des écrivains modernes que l’on peut considérer comme des « messagers ». Il est l’auteur de nombreux écrits tournés vers l’humain, s’adressant au lecteur comme à un ami, en toute intimité, n’hésitant pas à se mettre lui-même sur la sellette. Ses livres, tout comme ses chansons, sont comme des bouffées d’air frais, des bulles de lumière dont on ne se lasse pas, car ses mots authentiques touchent le cœur et nourrissent l’âme.

Roma, 7-8-9 gennaio 2010. A cura di Delfina Giovannozzi e Marco Veneziani. Nei contributi qui raccolti, la polisemia del termine «materia» è indagata nel suo articolarsi storico, dal pensiero greco allo gnosticismo, dalle filosofie cristiane ai dizionari latini medievali, al Rinascimento. L'età moderna è scandita attraverso l'analisi dei testi di Telesio e Bacon, della scienza e dei sistemi filosofici secenteschi. Vi sono esaminate inoltre le interpretazioni nell'illuminismo francese, nella filosofia kantiana e nella filosofia della natura di Schelling ed Hegel. / The contributions gathered here investigate the historical evolution of the polysemous term «matter» from Greek philosophy to Gnosticism, from Christian philosophies to Medieval Latin dictionaries, to the Renaissance. The Modern Age period is investigated by analysing texts of Telesio and Bacon, as well as 17th-century science and philosophical systems. Also investigated are the interpretations found in the French Enlightenment, in Kant's philosophy, and Schelling's and Hegel's philosophy of nature. cm 17 x 24, x-542 pp. Lessico intellettuale europeo, 113. Firenze, Olschki Ed. cm 17 x 24, x-542 pp. Lessico intellettuale europeo, 113.

La Leçon est l'une des pièces les plus jouées et les plus lues d'Eugène Ionesco. Elle commence comme une satire hilarante de l'enseignement, pour faire allusion ensuite à de savantes théories linguistiques : le ton, alors, change : la farce se termine en tragédie lorsque le professeur tue son élève. Mais cette tragédie est, elle aussi, parodique : chacun lui donne le sens qu'il veut.

" Je décidai de créer tout un système par les thèmes de ma machine et de raconter ma biographie en me servant d'eux. Le lycée terminé n'avais-je pas hésité à devenir peintre ou écrivain ? A ma manière, je pouvais faire les deux.Ce qui importait était la précision - il n'était pas possible de peindre une machine de manière vague -, ce qui importait était la justesse de la composition dans l'équilibre de tension et d'harmonie, et, quand à la couleur, de simplicité et d'éclat. (.) " Vous faites toujours des machines ? Vous n'en avez pas encore marre ? " " Non, mon roman n'est pas encore terminé. " Konrad Klapheck -Il est des mots de Werner HOFMANN -Pourquoi je peins par Konrad KLAPHECK.-----------Vingt reproductions dont 16 sont à pleine page et 7 en couleur : séries Machines à écrire, Machines à coudre, Téléphones, Roues et véhicules, Timbres de bicyclette. Portrait en noir et blanc par Peter SEVRIENS .uvres exposées (20) Broché, couverture illustrée à rabats (Autobiographie, 1983) ----------------------------------------------- repères, maeght, lelong, klapheck, klapeck, klaphek, klapek, clapec, allemagne, surréalisme, pop art,----------------------- Auteur(s) Werner Hofmann et Konrad Klapheck Collection " Repères. Cahiers d'art contemporain" Date de parution 1985 Dimensions 22 x 31,5 cm. Editeur(s) Galerie Maeght Lelong ISBN 2 85587-132-8 Langue(s) principale(s) FRANÇAIS Nombre de pages 32----------

Con il termine Hedebo, si intende una tecnica di ricamo in bianco, di provenienza danese, in cui si abbinano motivi a punto tagliato con foglioline e ramages a punto pieno. Questo manuale si prefigge l'obiettivo di affrontare tale ricamo in modo chiaro e didattico, con una scuola-punti iniziale illustrata da chiari diagrammi e motivi spiegati con precisi passo passo fotografici.

Feltrinelli; 1960; Noisbn ; brossura ; 22,5 x 14 cm; pp. 312; Traduzione di Fausto Codino. Prima edizione. ; Presenta leggeri segni d'uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Quest'opera fu portata a termine poco prima della scomparsa dell'autore (negli Stati Uniti, ottobre 1957; era nato a Berlino nel 1892). Suoi temi principali sono: il sermo humilis, come forma cristiana dello stile sublime antico, nei primi autori cristiani e nella prosa latina del primo Medioevo; la rinascita dello stile elevato nelle nuove condizioni di vita del tardo Medioevo; la storia dei secoli in cui non esistevano un pubblico letterario e una lingua letteraria generalmente intesa, dal tempo di Tacito e Plinio fino ai primi documenti delle letterature in lingua popolare e al pubblico di Dante. Questi saggi, avverte l'autore, colmano il vuoto lasciato nell'altra sua grande opera, Mimesis, era rimasto per il periodo 600-1100, il meno studiato della letteratura europea. ; L'immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita. Italiano

Il volume dedicato a una delle pi emozionanti stagioni dell'arte italiana negli ultimi secoli, quella che va dall'ultimo decennio dell'Ottocento all'indomani della Prima guerra mondiale, nota col termine Divisionismo. Negli anni in cui in Francia Signac e Seraut "punteggiano" il Neo Impressionismo, anche in Italia diversi artisti si confrontano con l'uso "diviso" del colore, ma in maniera diversa e originale. Nel Divisionismo italiano i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati che spesso si sovrappongono: una tecnica audace che, meglio di altre, permette di rappresentare le tematiche del nuovo secolo, dal mutato rapporto con la realt agreste all'evoluzione della citt moderna, dalle scoperte scientifiche agli incombenti conflitti sociali. Una pittura di luce e di sentimento, magistralmente rappresentata dalle opere di Vittore Grubicy de Dragon e Plinio Novellini, di Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo, per giungere alla straordinaria stagione divisionista di artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini e Carlo Carr: ultimi, emozionanti bagliori di una vicenda artistica che andr a sfociare nel rivoluzionario futurismo.

Con il termine Hedebo, si intende una tecnica di ricamo in bianco, di provenienza danese, in cui si abbinano motivi a punto tagliato con foglioline e ramages a punto pieno. Questo manuale si prefigge l'obiettivo di affrontare tale ricamo in modo chiaro e didattico, con una scuola-punti iniziale illustrata da chiari diagrammi e motivi spiegati con precisi passo passo fotografici.