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Lo Schioppettino di Prepotto di Vigna Petrussa nasce nella parte più a est del territorio del Friuli-Venezia Giulia, precisamente nel comune di Albana. La storia della cantina inizia nel 1800 con la famiglia Petrussa che inizia a coltivare queste terre con cereali e viti, unendo anche l’allevamento di mucche e cavalli, utilizzati nell’attività agricola e per il commercio con l’Ungheria. Nonna Giuseppina fu la prima donna vignaiola della famiglia che con capacità e spirito di iniziativa diede nuovo slancio alla cantina e alle tecniche di lavorazione delle uve. Nel 1995 la figlia Hilde affianca la madre nell’attività, sistemando i vigneti e incrementando i ceppi per ettari, inerbendo tutta la superficie vitata. Oggi la terza generazione si occupa con amore e passione della cantina, guardando al futuro e alla sostenibilità ambientale. I vigneti dello Schioppettino di Prepotto di Vigna Petrussa  sono situati a circa 150 metri sul livello del mare e qui il terreno è ideale perché lo Schioppettino possa regalare tutte le sue caratteristiche migliori: la composizione del suolo è, infatti, data dalla presenza di pietra marnosa e arenarie qui chiamate “Ponka” per un prodotto finale strutturato ed elegante. Il clima è qui continentale con estati non eccessivamente calde e inverni caratterizzati da temperature basse e spesso interessati da fenomeni nevosi e gelate improvvise. La raccolta delle uve viene effettuata manualmente in cassette piccole; in cantina si svolge una macerazione sulle bucce con costanti rimontaggi alternati a délestages. Affina in botti di legno per 24 mesi. Alla vista lo Schioppettino di Prepotto di Vigna Petrussa si presenta di un rosso intenso con riflessi violacei. Il bouquet di profumi ricorda note di sottobosco, frutta a polpa rossa matura come la fragola e sentori speziati come il pepe nero. Al palato è elegante, avvolgente e ben strutturato con un piacevole persistenza finale che richiama la beva. Si sposa perfettamente con piatti a base di carni rosse cucinate alla brace, cacciagione locale e primi piatti conditi con sughi elaborati; interessante anche con formaggi stagionati. Perfetto per accompagnare pranzi in famiglia durante le feste comandate, gustando la tradizione del Friuli e i suoi sapori più tradizionali.

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Il Rosso “Galets de la Condamine” di Domain Arsac è originario di Saint-Jean-le-Cantenier nella zona sud-est della Francia. Gaston Arsac fondò la sua cantina nel 1945 e grazie all’aiuto della moglie Teresa acquistò la piccola Fattoria di Chaumette, dove il terreno era dedicato all’allevamento dei bovini e alla policultura. Nonostante il terreno si rivelasse infausto per la coltivazione della vite, Gaston non desistette e presto crebbe un rigoglioso vitigno in questa zona che comportò la nascita della cantina che oggi viene gestita dagli eredi di nonno Gaston che quotidianamente perpetuano la sua opera. Le uve Grenache e Syrah Rosso “Galets de la Condamine” di Domain Arsac provengono da vitigni coltivati su terreni argillosi e calcarei che donano freschezza ai prodotti finali. In vigna l’intervento è ridotto al minimo e viene gestito interamente con i cavalli; il compost utilizzato per concimare il suolo proviene integralmente dagli allevamenti interni di mucche e costantemente viene monitorato l’inerbimento del suolo, per garantire un rigoglioso ecosistema circostante la vigna. La raccolta delle uve viene condotta manualmente; il mosto fermenta spontaneamente grazie ai lieviti indigeni in cementi e affina 6 mesi in botti di rovere francese. Il Rosso “Galets de la Condamine” di Domain Arsac si presenta nel calice di un rosso rubino con riflessi brillanti; i profumi ricordano i frutti rossi di bosco con qualche sentore speziato sul finale, il tutto molto delicato e avvolgente. In bocca struttura fresca, succosa e con tannini fini; il finale è lungo per una beva piacevole. Si abbina perfettamente con salumi, carne rossa alla griglia e in umido; ottimo anche con primi piatti. Prodotto piacevole da consumare durante grigliate estive in campagna in compagnia degli amici di sempre o sulla tavola delle feste in famiglia, per gustare tutta la tradizione di una terra da cui traspare il lavoro certosino e impegnato di una famiglia che ha dedicato la sua attività al rispetto della terra e delle sue potenzialità.

In poliestere 100% alta tenacità.con asole rivestite doppio strato. Prodotto secondo le norme europee en1492.. Mt. 4 x mm 60- 2 t. inteso per : 1 pz.

La Malvasia Nera ‘Camboi’ di Castello di Meleto rappresenta una gemma nel panorama enologico nazionale, un vino unico che nasce nella zona di Meleto, una località intrisa di storia e tradizione vitivinicola. ‘Camboi’, acronimo di Campo dei Buoi, era originariamente, nel Medioevo, un territorio dedicato all'allevamento di buoi che è stato, negli anni ‘70, convertito a vigneto, con una prevalenza del vitigno Malvasia Nera del Chianti. Questa particolare scelta ha dato vita a un vino raro che viene insolitamente vinificato in purezza, offrendo un prodotto dalla personalità distintiva. La Malvasia Nera 'Camboi' della cantina Castelli di Mileto riflette fedelmente il territorio di origine, caratterizzato da terreni di argilla e galestro, che donano al vino struttura e complessità. Le uve provengono dai vigneti di San Piero, dove vengono raccolte e poi sottoposte a diraspatura e pigiatura soffice. La fermentazione avviene in modo spontaneo in vasche di acciaio, seguita da un affinamento di circa un anno in barriques di terzo e quarto passaggio. Durante questo periodo, vengono effettuate operazioni di vinificazione non invasive per garantire la massima espressione del terroir e del vitigno. ‘Camboi’ Malvasia Nera di Castello di Meleto si presenta nel bicchiere con un intenso colore rosso rubino, arricchito da riflessi violacei, anticipando un'esperienza sensoriale avvolgente. Al naso, note di piccoli frutti rossi catturano l’attenzione, accompagnate da delicate sfumature floreali. Il palato è deliziato da un sorso pieno e intenso, sostenuto da tannini maturi e vellutati, perfettamente integrati. Questa complessità organolettica lo rende un compagno ideale per piatti tradizionali toscani a base di carne, oltre che per formaggi di media stagionatura. Inoltre, la sua struttura equilibrata consente una buona longevità, con la possibilità di affinare ulteriormente in cantina per oltre cinque anni, esaltando ulteriormente le sue caratteristiche tipiche.

In acciaio, tipo girevole ad alta resistenza. Con sicura.. Kg 3200. inteso per : 1 pz.

Il Lagrein Riserva “Puntay” della cantina Erste+Neue è un vino rosso delicato e piacevolmente fruttato prodotto in Alto Adige da vigneti terrazzati che abbracciano, con una visuale dalla bellezza mozzafiato, il lago di Caldaro. Le vigne, impiantate con il sistema di allevamento a pergola trentina, sono per lo più situate lungo le rive del lago, su terreni sedimentari formati durante la glaciazione di Würm. I suoli da cui nasce il “Puntay” sono prevalentemente sabbiosi con delle componenti miste di limo e argilla che contribuiscono ad aumentare la corposità del vino. La cantina, nata nel 1986 dalla fusione della vecchia e della nuova cantina sociale, rappresenta un pezzo inscindibile della storia del territorio Altoatesino. Il “Puntay” Riserva Lagrein di Erste+Neue è ottenuto da uve Lagrein in purezza raccolte scrupolosamente a mano e poi portate in cantina per una delicata pigiodiraspatura. La fermentazione alcolica avviene in contenitori di acciaio inox termo-regolati con una lunga macerazione sulle bucce che ha lo scopo di andare ad estrarre e apportare al vino più profumi e colore. Una volta completato il processo di fermentazione viene effettuata la svinatura, dopodiché il Lagrein viene fatto affinare in piccole botti di rovere per circa 18 mesi, prima di essere imbottigliato e messo in commercio. Il Riserva “Puntay” Lagrein si presenta alla vista di un bel colore rosso rubino intenso, con al naso concentrati aromi di frutta rossa matura e frutti di bosco, tra cui la ciliegia, la mora, i lamponi e i mirtilli, note floreali e sentori speziati che spaziano dalla cannella, ai chiodi di garofano, al pepe nero, fino ad arrivare a leggere sfumature vanigliate. In bocca è pieno, morbido ed equilibrato, dotato di una buona trama tannica e una lunga persistenza speziata che è tipica del vitigno.

Cintura in cuoio h. 15 cm. Misura xllunghezza: 106/111 cm.

Il Soave Classico 'Coste’ di Domini Veneti è un Garganega in purezza dal forte carattere minerale, conseguenza della natura vulcanica dei suoli su cui crescono le uve. Il sistema di coltivazione che caratterizza i vigneti da cui provengono i grappoli è quello del pergolato, tradizionale forma d’allevamento diffusa nel territorio. In particolare, tra i vantaggi della pergola veronese figurano l’ombreggiamento dei grappoli, favorevole nel contrastare fenomeni di bruciatura degli acini, nonché l’elevato accumulo di precursori aromatici nelle uve. Inoltre, essendo una forma d’allevamento alta, la pergola contrasta il rischio per i germogli di gelate primaverili, fenomeno sempre più diffuso a causa del riscaldamento climatico che in molte annate anticipa l’epoca di germogliamento. ‘Coste’ Domini Veneti Soave Classico è un 100% Garganega da vigne coltivate con il sistema a pergola veronese su versanti di origine vulcanica esposti a nord. Il nome ‘Coste’ deriva proprio da questa posizione dei pergolati su ripidi versanti collinari. In cantina i grappoli raccolti e selezionati a mano vengono sapientemente vinificati in bianco tramite pressatura soffice e fermentazione alcolica del mosto in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo un affinamento di qualche mese sempre in acciaio il vino è infine imbottigliato. All’esame visivo il Soave Classico Domini Veneti ‘Coste’ mostra una colorazione giallo paglierino brillante. L’olfatto denota profumi freschi di agrumi, pesca gialla, fiori bianchi ed erbe aromatiche che si fondono con un timbro minerale di pietra focaia. In bocca risulta teso e slanciato grazie alla stuzzicante freschezza e all’incisiva scia sapido-minerale, elementi che si accompagnano a ritorni di agrumi e mandorla amara in un gradevole finale equilibrato.

Kit cinghie sollevamento composto da: 1 fune ad anello tubolare da 2 metri, 1 tonnellata di carico 1 fune ad anello tubolare da 3 metri, 2 tonnellate di carico, 1 fune ad anello tubolare da 3 metri, 3 tonnellate di carico, 1 set di 2 nastri da 2,5 metri, 400 kg di carico. Astuccio in plastica

Con il suo carattere vivace e leggermente rustico, il Rosso ‘Origini’ della cantina piemontese Elena Conti esprime il volto più tradizionale del territorio da cui discende. Questo vino nasce dal recupero di un vecchio vigneto allevato con il sistema a “Maggiorina”, forma d’allevamento storicamente diffusa nel territorio dell’Alto Piemonte che consiste nella coltivazione di tre piante di vite, sostenute da otto pali di castagno, che si sviluppano in direzione dei quattro punti cardinali. La struttura venne poi perfezionata dal celebre architetto Alessandro Antonelli, progettista della Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino. In questi vigneti era poi tradizione allevare assieme differenti vitigni autoctoni, come il Nebbiolo, la Vespolina e l’Uva Rara.  Elena Conti ‘Origini’ Rosso viene prodotto a partire da un assemblaggio di uve rosse provenienti da un vecchio vigneto, coltivato adottando pratiche sostenibili su terreni a reazione acida di origine vulcanica. Per via del sistema d’allevamento a Maggiorina, tutte le operazioni agronomiche vengono effettuata a mano, compresa chiaramente la raccolta delle uve, generalmente realizzata tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. In cantina i grappoli vengono vinificati in rosso in tini di acciaio tramite fermentazione alcolica spontanea e macerazione sulle bucce di 2 settimane, durante le quali viene eseguito un rimontaggio giornaliero.  ‘Origini’ Rosso di Elena Conti possiede una tonalità rosso rubino vivace. Al naso si percepiscono gradevoli sentori fruttati di ciliegia e melagrana che incontrano note di erba, cuoio, grafite, tabacco e chiodo di garofano. In bocca colpisce per la freschezza vivace, accompagnata da un tannino equilibrato che anticipa il finale fruttato e leggermente rustico, segnato da un’incisiva scia sapido-minerale. 

Il lettore è investito, al principio, da un frastuono di voci, di risa, di piccoli asti, di rombi d'avvio, e da sgasate furibonde di motori potenti che corrono sotto un cielo mutevole... Poi il lungo racconto cresce e si rimpolpa con riesami quasi totali di vita; come se il viaggio man mano si fosse trasformato da vacanza a confronto, a vorticoso riepilogo esistenziale. Tutto il racconto è scosso da una tensione che sopravanza il moto, il ritmo della vacanza; dal frugar i dentro al petto per arrivare quasi ferendosi al cuore; per cercare di riordinare e ricercare brandelli di vita. È la drammatica inquietudine che sottostà all'apparente goliardismo di questo racconto, che ci sembra di poter stringere in pugno non come un mazzo di pagine a stampa, ma come lacerti brucianti della nostra rapida esistenza.