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La famiglia Seltzer appartiene all'antica stirpe Cannibale-Americana, da sempre perseguitata. I suoi componenti devono mantenere il più stretto riserbo sulle loro origini, per evitare le tragedie che dalla notte dei tempi hanno segnato la storia del loro popolo. Un popolo fiero delle proprie tradizioni, la più importante delle quali consiste nel consumare il corpo dei defunti affinché possano vivere in eterno… Settimo Seltzer ha fatto qualsiasi cosa pur di scrollarsi di dosso questa eredità, ma ora è giunto il momento più temuto: la sua ingombrante madre sta per andarsene e, per scongiurare il pericolo di lasciare agli eredi solo quattro ossa da rosicchiare, negli ultimi anni ha mangiato così tanto da avere assunto proporzioni ciclopiche. Ora Settimo e i suoi undici fratelli sono intorno al suo letto di morte, in attesa che pronunci quelle parole: Mangiatemi! Al di là dell'aspetto morale, dal lato pratico si tratta di un mucchio di carne rossa che, è noto, non fa certo bene alla salute. E poi: Secondo è kosher, Nono è vegano, Primo la odiava troppo per assaggiarne anche solo un pezzetto e Sesto è morto. Solo Zietto, uno dei massimi esperti delle leggi Cannibali, può prendere il controllo della situazione. I fratelli andranno fino in fondo? O spezzeranno per sempre la catena che li lega ai loro cari e al loro popolo?

\"In mezzo a questa gente sarebbe sempre stato uno straniero - un ausländer. Ma nel suo cuore Peter sentiva di avere ragione. Qualcosa dentro di lui gli impediva di accettare la cieca fede che loro nutrivano nei confronti di Hitler e del nazismo\". Polonia 1941. I genitori di Peter vengono uccisi e il ragazzo mandato in orfanotrofio a Varsavia. Peter, biondo con gli occhi azzurri, sembra il ragazzo ritratto nel manifesto della gioventù hiltleriana e può essere adottato da una famiglia importante. Così avviene. Il professor Kattelbach e sua moglie sono entusiasti di accogliere nella loro famiglia un giovane dall'aspetto così \"ariano\". Ma Peter non è il ragazzo tipico della gioventù hitleriana, Peter non vuole essere un nazista e decide di correre un rischio... il rischio più grande che si può correre a Berlino nel 1943.

'Hurrah for one of our most merciless humorists. Auslander's prose isn't just laudable, it's frightening' David Sedaris\n\nFrom the acclaimed author of Foreskin's Lament, a memoir of the author's attempt to escape the biblical story he'd been raised on and his struggle to construct a new story for himself and his family.\n\nShalom Auslander was raised like a veal in a dysfunctional family in the Orthodox community of Monsey, New York: the son of an alcoholic father; a guilt-wielding mother; and a violent, overbearing God. Now, as he reaches middle age, Auslander begins to suspect that what plagues him is something worse, something he can't so easily escape: a story. The story. One indelibly implanted in him at an early age, a story that told him he is fallen, broken, shameful, disgusting, a story we have all been told for thousands of years, and continue to be told by the religious and secular alike, a story called \"Feh.\"\n\nYiddish for \"Yuck.\"\n\nFEH follows Auslander's midlife journey to rewrite that story, a journey that involves Phillip Seymour Hoffman, a Pulitzer-winning poet, Job, Arthur Schopenhauer, GHB, Wolf Blitzer, Yuval Noah Harari, and a pastor named Steve in a now-defunct church in Los Angeles.\n\nCan he move from feh to merely meh? Can he even dream of moving beyond that? Auslander's recounting of his attempt to exorcize the story he was raised with-before he implants it onto his children and/or possibly poisons the relationship of the one woman who loves him-isn't sacred. It is more-than-occasionally profane. And like all his work, it is also relentlessly funny, subversively heartfelt, and fearlessly provocative.

La famiglia Seltzer appartiene all'antica stirpe Cannibale-Americana, da sempre perseguitata. I suoi componenti devono mantenere il più stretto riserbo sulle loro origini, per evitare le tragedie che dalla notte dei tempi hanno segnato la storia del loro popolo. Un popolo fiero delle proprie tradizioni, la più importante delle quali consiste nel consumare il corpo dei defunti affinché possano vivere in eterno… Settimo Seltzer ha fatto qualsiasi cosa pur di scrollarsi di dosso questa eredità, ma ora è giunto il momento più temuto: la sua ingombrante madre sta per andarsene e, per scongiurare il pericolo di lasciare agli eredi solo quattro ossa da rosicchiare, negli ultimi anni ha mangiato così tanto da avere assunto proporzioni ciclopiche. Ora Settimo e i suoi undici fratelli sono intorno al suo letto di morte, in attesa che pronunci quelle parole: Mangiatemi! Al di là dell'aspetto morale, dal lato pratico si tratta di un mucchio di carne rossa che, è noto, non fa certo bene alla salute. E poi: Secondo è kosher, Nono è vegano, Primo la odiava troppo per assaggiarne anche solo un pezzetto e Sesto è morto. Solo Zietto, uno dei massimi esperti delle leggi Cannibali, può prendere il controllo della situazione. I fratelli andranno fino in fondo? O spezzeranno per sempre la catena che li lega ai loro cari e al loro popolo?

'Hurrah for one of our most merciless humorists. Auslander's prose isn't just laudable, it's frightening' David Sedaris\n\nFrom the acclaimed author of Foreskin's Lament, a memoir of the author's attempt to escape the biblical story he'd been raised on and his struggle to construct a new story for himself and his family.\n\nShalom Auslander was raised like a veal in a dysfunctional family in the Orthodox community of Monsey, New York: the son of an alcoholic father; a guilt-wielding mother; and a violent, overbearing God. Now, as he reaches middle age, Auslander begins to suspect that what plagues him is something worse, something he can't so easily escape: a story. The story. One indelibly implanted in him at an early age, a story that told him he is fallen, broken, shameful, disgusting, a story we have all been told for thousands of years, and continue to be told by the religious and secular alike, a story called \"Feh.\"\n\nYiddish for \"Yuck.\"\n\nFEH follows Auslander's midlife journey to rewrite that story, a journey that involves Phillip Seymour Hoffman, a Pulitzer-winning poet, Job, Arthur Schopenhauer, GHB, Wolf Blitzer, Yuval Noah Harari, and a pastor named Steve in a now-defunct church in Los Angeles.\n\nCan he move from feh to merely meh? Can he even dream of moving beyond that? Auslander's recounting of his attempt to exorcize the story he was raised with-before he implants it onto his children and/or possibly poisons the relationship of the one woman who loves him-isn't sacred. It is more-than-occasionally profane. And like all his work, it is also relentlessly funny, subversively heartfelt, and fearlessly provocative.

\"In mezzo a questa gente sarebbe sempre stato uno straniero - un ausländer. Ma nel suo cuore Peter sentiva di avere ragione. Qualcosa dentro di lui gli impediva di accettare la cieca fede che loro nutrivano nei confronti di Hitler e del nazismo\". Polonia 1941. I genitori di Peter vengono uccisi e il ragazzo mandato in orfanotrofio a Varsavia. Peter, biondo con gli occhi azzurri, sembra il ragazzo ritratto nel manifesto della gioventù hiltleriana e può essere adottato da una famiglia importante. Così avviene. Il professor Kattelbach e sua moglie sono entusiasti di accogliere nella loro famiglia un giovane dall'aspetto così \"ariano\". Ma Peter non è il ragazzo tipico della gioventù hitleriana, Peter non vuole essere un nazista e decide di correre un rischio... il rischio più grande che si può correre a Berlino nel 1943.

Possibly the funniest novel of the decade' Sunday Times, Books of the Decade 2010-2019\n\n Solomon Kugel has had enough of the past and its burdens. So, in the hope of starting afresh, he moved his family to a small rural town where nothing of import has ever happened.\n\n Sadly, Kugel's life isn't that simple. His family soon find themselves threatened by a local arsonist and his ailing mother won't stop reminiscing about the Nazi concentration camps she didn't actually suffer through. And when, one night, Kugel discovers a living, breathing, thought-to-be-dead specimen of history hiding in his attic, bad very quickly becomes worse.\n\n'The humour, at times can leave you gasping . . . comic brilliance' Sunday Times \n\n 'Singularly inventive and superbly shocking . . . nothing short of genius' Scotland on Sunday\n\n 'He will make you laugh until your heart breaks' New York Times Book Review

Possibly the funniest novel of the decade' Sunday Times, Books of the Decade 2010-2019\n\n Solomon Kugel has had enough of the past and its burdens. So, in the hope of starting afresh, he moved his family to a small rural town where nothing of import has ever happened.\n\n Sadly, Kugel's life isn't that simple. His family soon find themselves threatened by a local arsonist and his ailing mother won't stop reminiscing about the Nazi concentration camps she didn't actually suffer through. And when, one night, Kugel discovers a living, breathing, thought-to-be-dead specimen of history hiding in his attic, bad very quickly becomes worse.\n\n'The humour, at times can leave you gasping . . . comic brilliance' Sunday Times \n\n 'Singularly inventive and superbly shocking . . . nothing short of genius' Scotland on Sunday\n\n 'He will make you laugh until your heart breaks' New York Times Book Review