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Il Blaufrankisch di Weingut Weninger è un classico vino austriaco, prodotto con un vitigno a bacca rossa coltivato da secoli nella regione del Burgenland. È una zona di grandi tradizioni dal punto di vista della viticoltura, particolarmente vocata per vini rossi di alta qualità. Si tratta di un’espressione dai tratti tipicamente territoriali, sia per la scelta di una varietà autoctona, poco coltivata nel resto del mondo, che per le particolarità di questo territorio. Il suo profilo risulta elegante, snello, fresco e minerale, con una beva molto piacevole e dotato di una forte vocazione a tavola. Un vino da scoprire. Il rosso Blaufrankisch è un vino che in Austria e nei mercati esteri sta riscuotendo crescente interesse. Nasce nel cuore del Burgenland, una delle regioni più importanti dell’Austria del vino, che si trova molto vicina al confine con l’Ungheria. La famiglia Weninger coltiva vigne dall’inizio dell’800. Da azienda agricola mista, nel corso dei secoli, la tenuta si è progressivamente dedicata solo alla viticoltura. Nonostante il susseguirsi delle generazioni e gli inevitabili cambiamenti, il Blaufrankisch è sempre rimasto un punto fermo, una sorta di memoria storica del territorio. Il clima temperato e i terreni di matrice argillosa, ricchi di minerali ferrosi, sono molto adatti a questa varietà autoctona. Oggi le vigne sono gestite seguendo i principi della biodinamica, nel massimo rispetto della natura e della biodiversità ambientale. I vini hanno conservato un volto artigianale, schietto, genuino e fedele alle caratteristiche del territorio. Il vino Blaufrankisch di Weingut Weninger è prodotto con le uve di vigne di oltre 30 anni, che grazie al naturale equilibrio raggiunto, producono uve eccellenti. La fermentazione si svolge in modo spontaneo con lieviti indigeni, con una macerazione sulle bucce in serbatoi d’acciaio di circa due settimane. Prima dell’imbottigliamento, il vino riposa 12 mesi in grandi botti di rovere. Si presenta di colore rubino luminoso. Al naso sprigiona aromi di fragola, piccoli frutti di bosco, sentori di pepe nero, spezie orientali e leggere sfumature vegetali. Al palato è di medio corpo, con un frutto piacevolmente ricco e succoso, tannini sottili, morbidi e un finale fresco e persistente.

Il Blaufrankisch di Weingut Weninger è un classico vino austriaco, prodotto con un vitigno a bacca rossa coltivato da secoli nella regione del Burgenland. È una zona di grandi tradizioni dal punto di vista della viticoltura, particolarmente vocata per vini rossi di alta qualità. Si tratta di un’espressione dai tratti tipicamente territoriali, sia per la scelta di una varietà autoctona, poco coltivata nel resto del mondo, che per le particolarità di questo territorio. Il suo profilo risulta elegante, snello, fresco e minerale, con una beva molto piacevole e dotato di una forte vocazione a tavola. Un vino da scoprire. Il rosso Blaufrankisch è un vino che in Austria e nei mercati esteri sta riscuotendo crescente interesse. Nasce nel cuore del Burgenland, una delle regioni più importanti dell’Austria del vino, che si trova molto vicina al confine con l’Ungheria. La famiglia Weninger coltiva vigne dall’inizio dell’800. Da azienda agricola mista, nel corso dei secoli, la tenuta si è progressivamente dedicata solo alla viticoltura. Nonostante il susseguirsi delle generazioni e gli inevitabili cambiamenti, il Blaufrankisch è sempre rimasto un punto fermo, una sorta di memoria storica del territorio. Il clima temperato e i terreni di matrice argillosa, ricchi di minerali ferrosi, sono molto adatti a questa varietà autoctona. Oggi le vigne sono gestite seguendo i principi della biodinamica, nel massimo rispetto della natura e della biodiversità ambientale. I vini hanno conservato un volto artigianale, schietto, genuino e fedele alle caratteristiche del territorio. Il vino Blaufrankisch di Weingut Weninger è prodotto con le uve di vigne di oltre 30 anni, che grazie al naturale equilibrio raggiunto, producono uve eccellenti. La fermentazione si svolge in modo spontaneo con lieviti indigeni, con una macerazione sulle bucce in serbatoi d’acciaio di circa due settimane. Prima dell’imbottigliamento, il vino riposa 12 mesi in grandi botti di rovere. Si presenta di colore rubino luminoso. Al naso sprigiona aromi di fragola, piccoli frutti di bosco, sentori di pepe nero, spezie orientali e leggere sfumature vegetali. Al palato è di medio corpo, con un frutto piacevolmente ricco e succoso, tannini sottili, morbidi e un finale fresco e persistente.

I veri e unici tesori dei vini austriaci sono i suoi vitigni autoctoni. Situata nella regione del Burgenland, l'azienda Weinlaubenhof Kracher è uno dei principali punti di riferimento mondiali per i vini liquorosi, luminosi e golosi. Questa annata del Kracher TBA Grande Cuvée rivela note sorprendentemente fresche e fruttate, dai sentori di pesca, miele e banana. La combinazione di Welschriesling e Chardonnay conferisce potenti aromi floreali e un sottile finale agrumato... Un Trockenbeerenauslese adatto a tutte le occasioni.

Il Rosso “Naked” di Weingut Heinrich nasce da una cantina situata nella zona considerata tra le più calde dell’Austria, precisamente nel Burgenland. La dottrina alla base del lavoro di questa cantina è la necessità di porsi in ascolto della natura, rispettandola in tutte le sue fasi e in tutte le sue sfaccettature, al fine di ottenere vini in simbiosi con essa e dalla qualità rara. L’idea fondamentale è che un intervento in vigna da parte dell’uomo debba essere ridotto al minimo indispensabile, coadiuvato da sole sostanze naturali, bandendo totalmente sostanze chimiche sintetiche, pesticidi ed erbicida; tutto questo è aiutato, inoltre, dalla scelta di un’agricoltura biologica che contribuisce a creare un habitat sano e rigoglioso. I terreni su crescono le uve del Rosso “Naked” di Weingut Heinrich hanno una composizione particolare, dal momento che il calcare freddo presente riesce ad assorbire il calore delle radiazioni solari, garantendo ottima maturazione alle uve, incentivata anche dall’esposizione a sud dei vigneti. Il clima è principalmente continentale con estati calde e inverni rigidi soggette a gelate. La raccolta delle uve avviene manualmente e le fermentazioni alcolica e malolattica si svolgono spontaneamente grazie all’azione dei lieviti indigeni. Prima di essere imbottigliato, affina 12 mesi in botti di legno. Il Rosso “Naked” di Weingut Heinrich si presenta alla vista di un rosso rubino intenso con riflessi brillanti. Il bouquet di profumi è composto da note di frutti rossi, spezie delicate e piacevoli; in bocca è beverino, agile e fruttato per una struttura generale armoniosa e invitante. Si abbina perfettamente a piatti a base tagli di carne rossa cucinata alla griglia e in umido, ma a anche a torte salate e piatti vegetariani. Ottimo vino da condividere sulla tavola delle feste in famiglia, sorseggiando un prodotto dalle molteplici potenzialità con sapori genuini e autentici.

Il sankt laurent è una delle bacche rosse più coltivate in Austria, che nella zona del Burgenland trova le condizioni migliori di sviluppo. Il vino di Roland Kroiss fermenta in acciaio e matura per 12 mesi in botti grandi. Un ottimo rosso che esprime al meglio il potenziale varietale, raccontando fedelmente tutto il potenziale di una grande regione vitivinicola.

Il sankt laurent è una delle bacche rosse più coltivate in Austria, che nella zona del Burgenland trova le condizioni migliori di sviluppo. Il vino di Roland Kroiss fermenta in acciaio e matura per 12 mesi in botti grandi. Un ottimo rosso che esprime al meglio il potenziale varietale, raccontando fedelmente tutto il potenziale di una grande regione vitivinicola.

When Hitler marched into Austria in March 1938, he was given a rapturous reception. Millions lined the streets and filled the squares of Vienna. Tobias Portschy, a self-appointed regional Nazi chief, considered what to give the Fuhrer for his birthday, and devised a particular gift from the Austrian people: the elimination of Jewish life in the Burgenland, picturesque farming country about 70 km south-east of Vienna. Eichmann took note of the brutal methodology. The Holocaust had begun.\n\nBurgenland is an astonishing survey of Jewish history in Central Europe, an account of the opening salvo of what turned into the systematic industrial-scale genocide of European Jewry, a stern examination of British policy and the world’s wholly inadequate response. It is also a deeply personal memoir and family history. Impeccably researched and hugely ambitious in scope, it narrates the full arc of the Jewish experience in Central Europe over 300 years, following the lives of one family who played a significant part in events described, from the struggle for civil liberties to the resistance to fascism and the rise of Zionism.\n\nDavid Joseph has dissected an uncomfortable history, and the results demand a substantial reassessment of the orthodox narrative around the Holocaust both in Britain and in Austria.

When Hitler marched into Austria in March 1938, he was given a rapturous reception. Millions lined the streets and filled the squares of Vienna. Tobias Portschy, a self-appointed regional Nazi chief, considered what to give the Fuhrer for his birthday, and devised a particular gift from the Austrian people: the elimination of Jewish life in the Burgenland, picturesque farming country about 70 km south-east of Vienna. Eichmann took note of the brutal methodology. The Holocaust had begun.\n\nBurgenland is an astonishing survey of Jewish history in Central Europe, an account of the opening salvo of what turned into the systematic industrial-scale genocide of European Jewry, a stern examination of British policy and the world’s wholly inadequate response. It is also a deeply personal memoir and family history. Impeccably researched and hugely ambitious in scope, it narrates the full arc of the Jewish experience in Central Europe over 300 years, following the lives of one family who played a significant part in events described, from the struggle for civil liberties to the resistance to fascism and the rise of Zionism.\n\nDavid Joseph has dissected an uncomfortable history, and the results demand a substantial reassessment of the orthodox narrative around the Holocaust both in Britain and in Austria.

When Hitler marched into Austria in March 1938, he was given a rapturous reception. Millions lined the streets and filled the squares of Vienna. Tobias Portschy, a self-appointed regional Nazi chief, considered what to give the Fuhrer for his birthday, and devised a particular gift from the Austrian people: the elimination of Jewish life in the Burgenland, picturesque farming country about 70 km south-east of Vienna. Eichmann took note of the brutal methodology. The Holocaust had begun.\n\nBurgenland is an astonishing survey of Jewish history in Central Europe, an account of the opening salvo of what turned into the systematic industrial-scale genocide of European Jewry, a stern examination of British policy and the world's wholly inadequate response. It is also a deeply personal memoir and family history. Impeccably researched and hugely ambitious in scope, it narrates the full arc of the Jewish experience in Central Europe over 300 years, following the lives of one family who played a significant part in events described, from the struggle for civil liberties to the resistance to fascism and the rise of Zionism.\n\nDavid Joseph has dissected an uncomfortable history, and the results demand a substantial reassessment of the orthodox narrative around the Holocaust both in Britain and in Austria.

When Hitler marched into Austria in March 1938, he was given a rapturous reception. Millions lined the streets and filled the squares of Vienna. Tobias Portschy, a self-appointed regional Nazi chief, considered what to give the Fuhrer for his birthday, and devised a particular gift from the Austrian people: the elimination of Jewish life in the Burgenland, picturesque farming country about 70 km south-east of Vienna. Eichmann took note of the brutal methodology. The Holocaust had begun.\n\nBurgenland is an astonishing survey of Jewish history in Central Europe, an account of the opening salvo of what turned into the systematic industrial-scale genocide of European Jewry, a stern examination of British policy and the world's wholly inadequate response. It is also a deeply personal memoir and family history. Impeccably researched and hugely ambitious in scope, it narrates the full arc of the Jewish experience in Central Europe over 300 years, following the lives of one family who played a significant part in events described, from the struggle for civil liberties to the resistance to fascism and the rise of Zionism.\n\nDavid Joseph has dissected an uncomfortable history, and the results demand a substantial reassessment of the orthodox narrative around the Holocaust both in Britain and in Austria.

The area that constitutes the Austrian federal province of Burgenland belonged to the Hungarian part of the Habsburg empire until the end of World War I. This book helps us realize that geographical knowledge does not come ready-made. Instead, it is created by knowledge makers: geographers, historians, statisticians etc. This knowledge-making helped to legitimatize the area transferred between Austria and Hungary, shape the Burgenland identity, and depict its geopolitical role in the rise of national socialism. This book is about how those studying Burgenland, the creators of its geographical knowledge, saw and represented the province. It explores how they grasped the geographical characteristics of the region through their own perspective, influenced by their own professional positions, individual careers, motivations, and by the broader historical and social medium.\n\n\nThe way the area between the provinces of Lower Austria and Styria came about as Burgenland is enthralling, as is how the people there experienced this change of sovereignty and how everyday social and economic relationships were transformed. Tracing the geographical discourses in the interwar period and beyond, the book argues that Burgenland became a successful geographical project, and departs from thoughts of subdivision, unviability, and backwardness, concentrating instead on fertility, unity, and modernization.

The area that constitutes the Austrian federal province of Burgenland belonged to the Hungarian part of the Habsburg empire until the end of World War I. This book helps us realize that geographical knowledge does not come ready-made. Instead, it is created by knowledge makers: geographers, historians, statisticians etc. This knowledge-making helped to legitimatize the area transferred between Austria and Hungary, shape the Burgenland identity, and depict its geopolitical role in the rise of national socialism. This book is about how those studying Burgenland, the creators of its geographical knowledge, saw and represented the province. It explores how they grasped the geographical characteristics of the region through their own perspective, influenced by their own professional positions, individual careers, motivations, and by the broader historical and social medium.\n\n\nThe way the area between the provinces of Lower Austria and Styria came about as Burgenland is enthralling, as is how the people there experienced this change of sovereignty and how everyday social and economic relationships were transformed. Tracing the geographical discourses in the interwar period and beyond, the book argues that Burgenland became a successful geographical project, and departs from thoughts of subdivision, unviability, and backwardness, concentrating instead on fertility, unity, and modernization.

Osram T19 64744 1000W 230V[TEXT HERE]@+Lampada alogena@+, Potenza nominale: 1000 W, Tensione: 230 V, Durata media: 750 ore, Temperatura colore: 3000 K, Flusso luminoso: 20.500 lumen, Base: GX9.5@+*Nota:* lampada speciale - questa lampada è destinata...