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Il Pommard 1er Cru ‘Clos des Arvelets’ del produttore australiano emigrato in Borgogna Mark Haisma è un Pinot Noir ampio ed elegante che esprime la struttura e longevità tipiche del territorio di Pommard, con un tocco di finezza in più proprio del climat. Mark ha per lungo tempo curato l’aspetto enologico della nota cantina Yarra Yering di Victoria, in Australia, per poi trasferirsi in Francia nel 2009 e iniziare a produrre vino in Borgogna e nel Rodano Settentrionale come micro-négociant, gestendo all’incirca 2 ettari di vigneti e acquistando le restanti uve da fidati viticoltori locali. La parcella di ‘Clos des Arvelets’ si trova nel cuore della denominazione di Pommard, appena al di fuori del villaggio. Mark Haisma Pommard 1er Cru ‘Clos des Arvelets’ nasce da sole uve Pinot Noir coltivate su terreni argilloso-calcarei ricchi di ferro. La raccolta è effettuata a mano quando gli acini hanno raggiunto il perfetto stadio di maturazione e le uve vengono quindi vinificate in rosso in parte a grappolo intero. La fermentazione alcolica si realizza a contatto con le bucce con tecniche di estrazione delicate e, una volta concluso il processo fermentativo, il vino viene posto a invecchiare in botti di rovere francese per il 10-20% nuove. Dopo circa un anno di maturazione si procede infine con l’imbottigliamento. Nel calice, il Pommard 1er Cru ‘Clos des Arvelets’ di Mark Haisma esibisce una bella veste rosso granato intenso. L’olfatto è descritto da vividi, eleganti e complessi profumi di ciliegia e susina matura, frutti di bosco, violetta ed erbe aromatiche, accompagnati da cenni di scorza di arancia candita, cacao in polvere e spezie scure. Assaggio strutturato e avvolgente, pieno e succoso, dai tannini giovani e ben presenti che guidano la lunghissima persistenza fruttata e speziata.

Storie di emigrazione di un'epoca lontana e storie di immigrazione di oggi. Storie che hanno per punto di incontro il Friuli, la regione più segnata dall'emigrazione nella storia italiana dell'ultimo secolo e una tra quelle dove è più marcata la presenza di immigrati. Storie di gente che è andata e storie di gente che è venuta.

Storie di emigrazione di un'epoca lontana e storie di immigrazione di oggi. Storie che hanno per punto di incontro il Friuli, la regione più segnata dall'emigrazione nella storia italiana dell'ultimo secolo e una tra quelle dove è più marcata la presenza di immigrati. Storie di gente che è andata e storie di gente che è venuta.

\"I nuovi immigrati erano come olio aggiunto alla lampada: tenevano vive e deste quelle costumanze della patria che dànno tanto nell'occhio, direi quasi sui nervi, agli americani... (Gli italiani ora) Vestono, mangiano all'americana, si appassionano agli sports più popolari. Le taberne dei banchisti - droghieri, barbieri, fruttivendoli e banchieri ad un tempo - hanno ceduto il passo a banche, talvolta di ancor dubbia solidità economica ma, con marmi, ottoni, casseforti mastodontiche, grooms in livrea, safes nei sotterranei e con davanti alla porta, strumento di reclame anch'esso, l'automobile del direttore.\" (T. C. Giannini)

\"I nuovi immigrati erano come olio aggiunto alla lampada: tenevano vive e deste quelle costumanze della patria che dànno tanto nell'occhio, direi quasi sui nervi, agli americani... (Gli italiani ora) Vestono, mangiano all'americana, si appassionano agli sports più popolari. Le taberne dei banchisti - droghieri, barbieri, fruttivendoli e banchieri ad un tempo - hanno ceduto il passo a banche, talvolta di ancor dubbia solidità economica ma, con marmi, ottoni, casseforti mastodontiche, grooms in livrea, safes nei sotterranei e con davanti alla porta, strumento di reclame anch'esso, l'automobile del direttore.\" (T. C. Giannini)

«Le brevi narrazioni proposte in questo volume raccontano esperienze individuali e familiari di emigrazione ricostruite attraverso documenti, memorie scritte, testimonianze orali. Nei vissuti personali è possibile individuare alcune peculiarità di una più ampia storia collettiva, in cui i legami e le vicende dei singoli confluiscono e si intrecciano.[…] L'emigrazione sammarinese e quella italiana seguono una evoluzione simile, condividendo motivazioni, mete, viaggi».