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\"Questa antologia è un tassello di un mosaico più ampio, l'idea di base è la seguente: vogliamo concorrere con quel che sappiamo fare (cioè pubblicando libri) a una vera e autentica emancipazione del mondo femminile. Il Concorso Poetesse di oggi in fondo era un appello e tante donne hanno risposto! Che gioia! Ci siamo detti: perché non si parla mai nei libri degli autori contemporanei? Questa volta, per fortuna, non è così: nel volume in via di pubblicazione Poetesse di oggi parleremo proprio delle scrittrici italiane. Una bella scommessa! Ci piace perché si parla di autrici. Ci piace perché l'attenzione è tutta legata alla parola poetica femminile! Abbiamo raccolto voci poetiche di autrici contemporanee e abbiamo aggiunto una cornice autorevole, sempre declinante al femminile. Questo volume, così come gli altri nati dall'esperienza Quello che le donne raccontano, fa parte di un fermento culturale più ampio: è il momento di assegnare maggiori ruoli al mondo femminile. La selezione, la scelta, la preparazione di questo libro è avvenuta per meriti letterari.\" (Dott. Gianfranco Natale, Direttore Editoriale Casa Editrice Kimerik)

12 i mesi dell'anno, 12 le poetesse raccolte in questo libro, 12 le pagine per ciascuna di esse, per un totale matematico, freddo, scientifico e fragile numero che coglie solo l'aspetto squisitamente laminale di questo libro, ma il termine propositivo e quello di offrire al lettore di poesia non una antologia, ma una significativa produzione al femminile di questi anni. Poesie di: Stefania Cadario, Maria Grazia Calandrone, Silvia Caratti, Evelina De Signoribus, Marisa Ferrario Denna, Alessandra Pellizzari, Marina Pizzi, Laura Pugno, Cecilia Rofena, Michela Turra, Paola Turroni, Maria Luisa Vezzali. Introduzione di Francesco Carbognin.

Dopo tanta guerra \"poetesso\" è un libro sulla resa incondizionata all'amore. In \"poetesso\" le due metà di Fabio Di Rosa, l'uomo e la poetessa - che non sembravano poter esistere insieme - diventano simbiotici. Fanno pace.

Dopo tanta guerra \"poetesso\" è un libro sulla resa incondizionata all'amore. In \"poetesso\" le due metà di Fabio Di Rosa, l'uomo e la poetessa - che non sembravano poter esistere insieme - diventano simbiotici. Fanno pace.

«Non intendiamo stabilire il genere letterario \"poetesse\", contrapposto al genere \"poeti\", sebbene nella inanità critica dei generi letterari, tanto cara a chi non cerca la sostanza poetica ma si appaga dei suoi casellari notarili, esso avrebbe non minor senso dell'egloga piscatoria o della ilaro-tragedia satiro-pastorale. Chi si contenta di osservazioni generali, più o meno approssimative, dirà che la poesia femminile è sempre romantica, anche quando tocca la suprema, l'aurea perfezione, di Saffo. [...] Ma queste osservazioni non devono distrarci dall'essenziale, da quella sostanza poetica cioè che è la sola legittima ricerca della critica. Noi intendiamo valerci di uno spontaneo aggruppamento pratico, con l'intesa che ciascun poeta di quel «terribile sesso» di cui parlava, attratto e pure atterrito, Alessandro Manzoni, va considerato nella sua particolare originalità umana, e diciamo pure nella particolare virtù inventiva, espressa solamente nello stile e nel tono del suo testo. Una considerazione di storia del costume può servire a meglio spiegare questo legittimo raggruppamento, ricordando che il Cinquecento è ricco di poetesse.» (Dall'introduzione di Francesco Flora)

«Non intendiamo stabilire il genere letterario \"poetesse\", contrapposto al genere \"poeti\", sebbene nella inanità critica dei generi letterari, tanto cara a chi non cerca la sostanza poetica ma si appaga dei suoi casellari notarili, esso avrebbe non minor senso dell'egloga piscatoria o della ilaro-tragedia satiro-pastorale. Chi si contenta di osservazioni generali, più o meno approssimative, dirà che la poesia femminile è sempre romantica, anche quando tocca la suprema, l'aurea perfezione, di Saffo. [...] Ma queste osservazioni non devono distrarci dall'essenziale, da quella sostanza poetica cioè che è la sola legittima ricerca della critica. Noi intendiamo valerci di uno spontaneo aggruppamento pratico, con l'intesa che ciascun poeta di quel «terribile sesso» di cui parlava, attratto e pure atterrito, Alessandro Manzoni, va considerato nella sua particolare originalità umana, e diciamo pure nella particolare virtù inventiva, espressa solamente nello stile e nel tono del suo testo. Una considerazione di storia del costume può servire a meglio spiegare questo legittimo raggruppamento, ricordando che il Cinquecento è ricco di poetesse.» (Dall'introduzione di Francesco Flora)

Nel 1953, per Gherardo Casini Editore, Cristina Campo scrive una scheda editoriale che promuove “Il libro delle ottanta poetesse”. L’idea è formidabile e folle: costruire “una raccolta mai tentata finora delle più pure pagine vergate da mano femminile attraverso i tempi”. Il libro – che assembla le poesie del Giappone medioevale e le lettere delle viziate dame del Settecento francese, testi di ispirate in odore di santità e di aristocratiche perdute, versi della Grecia classica e dell’Italia rinascimentale – non verrà mai pubblicato. Resta una lista, disomogenea: in forma corsiva e illuminata C.C. assume, tra Saffo e Simone Weil, Anna Comnena e Caterina da Siena, Mademoiselle Aïssé, Gaspara Stampa, Jane Austen… Nella scelta allestita, la malizia non si discosta dalla mistica, la carne dalla sua rinuncia, il pettegolezzo dalla rivelazione, la melma dal settimo cielo. Sulla base di quel canone – aggiungendo, levigando – abbiamo costruito questo libro, una sorta di breviario, in omaggio a Cristina Campo, figura elusiva e ineluttabile della letteratura italiana. Era solita dire: “Credo pochissimo al visibile, credo molto all’invisibile ed è forse la cosa che mi interessa di più”.

36 Tanka delle 36 poetesse immortali. «L'antologia delle Trentasei immortali richiama, così mi sembra, una stagione nella nostra letteratura di grande creatività femminile, il Cinquecento delle grandi e minori petrarchiste, ugualmente segnate dal culto della raffinatezza, dall'ossimoro di un'originale imitazione in forma chiusa, e inoltre, spesso, dal senso di solitudine (e inversamente dal respiro di libertà) connesso alla condizione di un rapporto amoroso non sempre esclusivo, talvolta precario».

36 Tanka delle 36 poetesse immortali. «L'antologia delle Trentasei immortali richiama, così mi sembra, una stagione nella nostra letteratura di grande creatività femminile, il Cinquecento delle grandi e minori petrarchiste, ugualmente segnate dal culto della raffinatezza, dall'ossimoro di un'originale imitazione in forma chiusa, e inoltre, spesso, dal senso di solitudine (e inversamente dal respiro di libertà) connesso alla condizione di un rapporto amoroso non sempre esclusivo, talvolta precario».

In un contesto cristallizzato dalle vicende alla base della questione meridionale, tra solfatare e amori impossibili, individui sordidi e società incancrenite, pulita libera e ribelle si staglia la figura della \"Poetessa\". Talmente diversa da non conformarsi, acciaio che non si spezza, pagherà il prezzo più alto mantenendo l'intima sua essenza. Sulla falsariga di fatti realmente accaduti e personaggi realmente esistiti, l'autore dipinge con vivide pennellate un'epoca i cui strascichi perpetuano tutt'oggi in un mondo di contraddizioni indecifrabili come solo in Sicilia è possibile.