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Castelli Quindici Soft Merino W calzini ciclismo da donna che offrono sostegno e la lana merino termoregolante garantisce calore e un'ottima gestione dell'umidità. misto lana merino termoregolante e morbida banda di sostegno per l'arco plantare tallone e punta rinforzati in nylon gambale da 15 cm

Quindici racconti per quindici autrici italiane che hanno intrapreso un viaggio liberatorio nel loro lato oscuro. C’è chi si ritrova con una testa in mano, chi consuma la sua vendetta, chi rifugge dalla disperazione; chi uccide per divertimento, chi per lavoro, chi per noia. C’è chi prova a ribellarsi e chi decide volontariamente di farsi del male. In ogni caso, non c’è spazio per il rimorso. Perché, per non perdersi lungo la discesa verso il buio, è necessario ignorare la propria coscienza.

Castelli Quindici Soft Merino W calzini ciclismo da donna che offrono sostegno e la lana merino termoregolante garantisce calore e un'ottima gestione dell'umidità. misto lana merino termoregolante e morbida banda di sostegno per l'arco plantare tallone e punta rinforzati in nylon gambale da 15 cm

Quindici racconti per quindici autrici italiane che hanno intrapreso un viaggio liberatorio nel loro lato oscuro. C’è chi si ritrova con una testa in mano, chi consuma la sua vendetta, chi rifugge dalla disperazione; chi uccide per divertimento, chi per lavoro, chi per noia. C’è chi prova a ribellarsi e chi decide volontariamente di farsi del male. In ogni caso, non c’è spazio per il rimorso. Perché, per non perdersi lungo la discesa verso il buio, è necessario ignorare la propria coscienza.

Vitigni: glera 100%; Formato: 0.75l; Temperatura di servizio: 6/8 °C; Annata: NV; Alcol: 11.5%; Giudizio di Tannico: 81pt;

La città \"accade\" e in questo accadere trascina con sé chi alla metropoli è condannato, chi ci passa attraverso, chi ne è rigettato e chi ne è preso in prestito. Vale a dire chi oggi di solito non ha la voce abbastanza forte per farsi ascoltare, ma forse possiede occhi capaci di vedere il divenire contraddittorio e talvolta feroce della città. Sono occhi che possono mettere a fuoco, insieme al teatro delle loro esistenze, un destino che spesso è legato a doppio nodo con quel teatro. È questa la premessa dell'antologia e della sfida lanciata dal Laboratorio Formentini per l'editoria e dalla casa editrice Mondadori attraverso il concorso di racconti ScriviMi, al quale hanno risposto più di trecento partecipanti fra i diciotto e i trentacinque anni, che a Milano abitano o hanno abitato per ragioni di studio, di lavoro, di amore, oppure perché ci sono nati, ci sono arrivati e sono partiti. I quindici racconti non sono stati scelti dalla giuria (composta da Giacomo Papi e Alberto Rollo, e da Malika Ayane, Daria Bignardi, Giorgio Fontana, Vittorio Graziani, Fabio Guarnaccia, Helena Janeczek, Gaia Manzini, Michele Serra e Cristina Taglietti) per creare uno specchio in cui ammirare l'immagine della città, ma per comporre una fotografia di quello che è ora.

Lo Chardonnay “Teresa Manara Quattordici Settembre” della cantina pugliese Cantele è un vino dal profilo tipicamente mediterraneo, intenso, ricco e denso d’aromi. Nasce da uve raccolte molto mature, che concentrato tutto il sole e il calore della terra salentina. La vinificazione in legno, contribuisce ad accentuare le note di armoniosa morbidezza del vino, che propone un sorso caratterizzato da aromi di frutta tropicale e sensazioni burrose di pasticceria. È una versione di Chardonnay adatta a chi ama i bianchi di buona struttura, morbidi, cremosi, avvolgenti e di grande persistenza gustativa. Il bianco Chardonnay “Teresa Manara Quattordici Settembre” nasce nel cuore profondo del Salento. La tenuta Cantele si trova nella campagna di Guagnano, pochi chilometri a nord di Lecce. Il clima caldo e ventilato, sempre mitigato dalle dolci brezze del mare e i terreni poveri, prevalentemente composti da sabbie e calcare, si sono rivelati molto adatti, oltre che per coltivare le varietà locali come Negroamaro e Primitivo, anche per il nobile bianco di Borgogna. Lo Chardonnay è presente in Puglia da molto tempo e nel Salento esprime vini dal volto tipicamente territoriale. A queste latitudini, il vitigno dimostra di possedere una notevole duttilità e di riuscire a farsi interprete delle caratteristiche del terroir, con vini dal volto caldo e intenso. Una varietà, che nonostante sia originaria del nord Europa dimostra una grande adattabilità e plasticità espressiva. Il vino Chardonnay “Teresa Manara Quattordici Settembre” è il bianco di punta della cantina Cantele. Viene prodotto con uve Chardonnay vendemmiate tardivamente, verso l’inizio di settembre. La fermentazione comincia in serbatoi d’acciaio inox e termina in barrique di rovere. Prima dell’imbottigliamento, il vino matura in barrique per un periodo di circa 12 mesi. Si presenta con un colore giallo dorato luminoso e brillante. Il bouquet esprime aromi maturi di frutta gialla, scorza d’agrumi, frutta tropicale, note burrose, sentori di vaniglia e morbide spezie. Al palato ha una buona struttura e un sorso armonioso, caldo e rotondo, con aromi densi e ampi. Il finale è lungo e molto persistente.

La città \"accade\" e in questo accadere trascina con sé chi alla metropoli è condannato, chi ci passa attraverso, chi ne è rigettato e chi ne è preso in prestito. Vale a dire chi oggi di solito non ha la voce abbastanza forte per farsi ascoltare, ma forse possiede occhi capaci di vedere il divenire contraddittorio e talvolta feroce della città. Sono occhi che possono mettere a fuoco, insieme al teatro delle loro esistenze, un destino che spesso è legato a doppio nodo con quel teatro. È questa la premessa dell'antologia e della sfida lanciata dal Laboratorio Formentini per l'editoria e dalla casa editrice Mondadori attraverso il concorso di racconti ScriviMi, al quale hanno risposto più di trecento partecipanti fra i diciotto e i trentacinque anni, che a Milano abitano o hanno abitato per ragioni di studio, di lavoro, di amore, oppure perché ci sono nati, ci sono arrivati e sono partiti. I quindici racconti non sono stati scelti dalla giuria (composta da Giacomo Papi e Alberto Rollo, e da Malika Ayane, Daria Bignardi, Giorgio Fontana, Vittorio Graziani, Fabio Guarnaccia, Helena Janeczek, Gaia Manzini, Michele Serra e Cristina Taglietti) per creare uno specchio in cui ammirare l'immagine della città, ma per comporre una fotografia di quello che è ora.

NOKIA 105 BLACK 2019 SSEUDesign classico ed ergonomico che si adatta meglio alla tua manoFino a quindici ore di conversazione e un mese in modalità standbyLo schermo QVGA da 1,8 "semplifica la visualizzazioneLa tastiera a isola semplifica la digitazione e la composizione

\"(...) per tanti ragazzi quel periodo, magari accolto e poi vissuto con tanti mugugni e lamentazioni, costituiva un momento peculiare della loro crescita, una sorta di spartiacque esistenziale, fine del periodo adolescenziale e inserimento nella vita degli adulti. Edi Fabris con inesausta vena letteraria ci offre in questa sua nuova opera uno spaccato della vita militare di una recluta, non la banale naia di tanti suoi coetanei dirottati altrove, ma l'esperienza di alpino, approdo naturale e pressoché irrinunciabile per i giovani friulani. Quindici mesi di vita vissuta, raccontati con la puntigliosa puntualità del cronista di razza, un itinerario suggestivo tra le numerose caserme alpine della regione, alcune delle quali ora dismesse. Un patrimonio di conoscenze e amicizie personali (...)\". Prefazione di Bruno Pizzul.

Lampadario classico con montatura in metallo cromato, quindici luci con bracci in vetro soffiato fumè, elementi decorativi in vetro e cristallo molato.

\"(...) per tanti ragazzi quel periodo, magari accolto e poi vissuto con tanti mugugni e lamentazioni, costituiva un momento peculiare della loro crescita, una sorta di spartiacque esistenziale, fine del periodo adolescenziale e inserimento nella vita degli adulti. Edi Fabris con inesausta vena letteraria ci offre in questa sua nuova opera uno spaccato della vita militare di una recluta, non la banale naia di tanti suoi coetanei dirottati altrove, ma l'esperienza di alpino, approdo naturale e pressoché irrinunciabile per i giovani friulani. Quindici mesi di vita vissuta, raccontati con la puntigliosa puntualità del cronista di razza, un itinerario suggestivo tra le numerose caserme alpine della regione, alcune delle quali ora dismesse. Un patrimonio di conoscenze e amicizie personali (...)\". Prefazione di Bruno Pizzul.

Lampadario classico da quindici luci

Con Quindici cani André Alexis ha vinto lo Scotiabank Giller Prize. Per un capriccio degli dèi, quindici cani si ritrovano investiti del piú gravoso dei doni: la coscienza umana. Saprà renderli piú felici, quell'impalpabile immensità? \r\n\r\n«Una storia deliziosa che esplora tutte le sfaccettature del \"divino dono del linguaggio\".» - Publishers Weekly\r\n\r\n«Alexis concepisce una commedia originale sulla natura umana, per una lettura intrigante e divertente. Una brillante analisi del nostro modo di essere, di comunicare e di organizzare la società.» - Kirkus Reviews\r\n\r\n\r\nSe gli animali possedessero l'intelligenza degli uomini, sarebbero piú o meno felici? Seduti al bancone di una taverna di Toronto, gli dèi Apollo ed Ermes decidono di risolvere la questione con una scommessa. E cosí quindici cani ricoverati in una clinica veterinaria poco distante si ritrovano a dover fare i conti con il piú complesso dei doni divini: la coscienza umana. Che cosa significa essere cani? Una domanda finora mai posta che all'improvviso diventa assillante. Il concetto stesso di «caninità» basta a dividere il branco: se il barbone nero Majnoun è disposto ad accogliere il cambiamento, il mastino napoletano Atticus è pronto a difendere con il sangue il vecchio modo di vivere. La capacità di formulare pensieri astratti rende necessaria la creazione di un nuovo linguaggio, e mette in discussione l'inconfutabilità dell'istinto. Davanti agli occhi increduli dei quindici cani si spalanca un mondo di contraddizioni e conflitti finora sconosciuti, come quello tra libertà individuale e rispetto delle gerarchie, tra innovazione e tradizione, tra dolorosa consapevolezza e serena ignoranza. Seguire i protagonisti nel loro rinnovato e commovente addestramento alla vita porta a considerare i cani in una prospettiva diversa: essi smettono di essere semplicemente i migliori amici dell'uomo, e diventano creature complesse, capaci di riflettere sul rapporto tra sensazioni e sentimenti, tra ciò che è giusto e ciò che è bello. Se dalle storie di cani si traggono spesso esempi di dedizione e fedeltà, questa in particolare insegna qualcosa sull'amore, qui elevato a canina potenza; amore che «non significa una cosa sola, e mai la significherà». In Quindici cani il richiamo di Jack London si mescola con echi di George Orwell e con uno sguardo ironico sull'etica di Kant: in una sorta di moderno apologo, André Alexis rivela verità universali sulla natura umana e riallinea le gerarchie sensoriali a partire, piú che da un punto di vista, dal punto di olfatto dei suoi personaggi.

Il Glen Moray 15 Years Old è un Single Malt Scotch Whisky invecchiato per un minimo di quindici anni sia in botti di rovere americano ex-Bourbon che in botti ex-Sherry Oloroso, questo mix di legni gli ha donato un carattere perfettamente equilibrato. Un Whisky morbido, suadente, facile da bere, insomma un veritiero Whisky tradizionale dello Speyside.

Quindici uomini partiti da Milano a piedi per un lungo pellegrinaggio nei luoghi della memoria delle stragi compiute dai nazifascisti nel Verbano Cusio Ossola scompaiono, una notte, in un albergo sulle rive del lago di Mergozzo. Qualcuno parla di suicidio collettivo, qualcuno di strage. Qualcuno, come l'investigatore Eric Adler, un dilettante cui viene affidata l'indagine, nutre invece parecchi dubbi non solo sull'effettiva scomparsa dei quindici uomini ma addirittura sulla loro stessa esistenza. Pur procedendo nell'inchiesta senza troppa convinzione né particolari intuizioni, qualcosa scoprirà...

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Con Quindici cani André Alexis ha vinto lo Scotiabank Giller Prize. Per un capriccio degli dèi, quindici cani si ritrovano investiti del piú gravoso dei doni: la coscienza umana. Saprà renderli piú felici, quell'impalpabile immensità? \r\n\r\n«Una storia deliziosa che esplora tutte le sfaccettature del \"divino dono del linguaggio\".» - Publishers Weekly\r\n\r\n«Alexis concepisce una commedia originale sulla natura umana, per una lettura intrigante e divertente. Una brillante analisi del nostro modo di essere, di comunicare e di organizzare la società.» - Kirkus Reviews\r\n\r\n\r\nSe gli animali possedessero l'intelligenza degli uomini, sarebbero piú o meno felici? Seduti al bancone di una taverna di Toronto, gli dèi Apollo ed Ermes decidono di risolvere la questione con una scommessa. E cosí quindici cani ricoverati in una clinica veterinaria poco distante si ritrovano a dover fare i conti con il piú complesso dei doni divini: la coscienza umana. Che cosa significa essere cani? Una domanda finora mai posta che all'improvviso diventa assillante. Il concetto stesso di «caninità» basta a dividere il branco: se il barbone nero Majnoun è disposto ad accogliere il cambiamento, il mastino napoletano Atticus è pronto a difendere con il sangue il vecchio modo di vivere. La capacità di formulare pensieri astratti rende necessaria la creazione di un nuovo linguaggio, e mette in discussione l'inconfutabilità dell'istinto. Davanti agli occhi increduli dei quindici cani si spalanca un mondo di contraddizioni e conflitti finora sconosciuti, come quello tra libertà individuale e rispetto delle gerarchie, tra innovazione e tradizione, tra dolorosa consapevolezza e serena ignoranza. Seguire i protagonisti nel loro rinnovato e commovente addestramento alla vita porta a considerare i cani in una prospettiva diversa: essi smettono di essere semplicemente i migliori amici dell'uomo, e diventano creature complesse, capaci di riflettere sul rapporto tra sensazioni e sentimenti, tra ciò che è giusto e ciò che è bello. Se dalle storie di cani si traggono spesso esempi di dedizione e fedeltà, questa in particolare insegna qualcosa sull'amore, qui elevato a canina potenza; amore che «non significa una cosa sola, e mai la significherà». In Quindici cani il richiamo di Jack London si mescola con echi di George Orwell e con uno sguardo ironico sull'etica di Kant: in una sorta di moderno apologo, André Alexis rivela verità universali sulla natura umana e riallinea le gerarchie sensoriali a partire, piú che da un punto di vista, dal punto di olfatto dei suoi personaggi.

Ha passato oltre 15 anni sui lieviti, questo Champagne Brut Vintage della maison Dom Pérignon. Si mostra nel pieno della sua energia, regalando a tutti i sensi un’eleganza, una raffinatezza e uno stile invidiabile. Plénitude 2 esprime la seconda vita di un millesimato Dom Pérignon. Nel corso di quasi quindici anni, caratterizzati da una trasformazione lenta e sapientemente gestita, la sua longevità viene prolungata ed elevata accrescendo l’energia dello champagne, che raggiunge l’apice della vitalità. Più essenziale e sfolgorante che mai, esso si manifesta in tutte le sue sfaccettature per divenire più ampio, più lungo, più profondo e più intenso. Temperatura: 8-10° Abbinamenti: Piatti a base di frutti di mare Vitigno: chardonnay, pinot noir Gradazione: 12.5% Formato: 75cl

Quindici uomini partiti da Milano a piedi per un lungo pellegrinaggio nei luoghi della memoria delle stragi compiute dai nazifascisti nel Verbano Cusio Ossola scompaiono, una notte, in un albergo sulle rive del lago di Mergozzo. Qualcuno parla di suicidio collettivo, qualcuno di strage. Qualcuno, come l'investigatore Eric Adler, un dilettante cui viene affidata l'indagine, nutre invece parecchi dubbi non solo sull'effettiva scomparsa dei quindici uomini ma addirittura sulla loro stessa esistenza. Pur procedendo nell'inchiesta senza troppa convinzione né particolari intuizioni, qualcosa scoprirà...