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Named as a 2020 Book of the Year by The Times Literary Supplement \n\nSurvival Is a Style, Christian Wiman's first collection of new poems in six years, may be his best book yet. \n\nHis many readers will recognize the musical and formal variety, the voice that can be tender and funny, credibly mystical and savagely skeptical. But there are many new notes in this collection as well, including a moving elegy to the poet's father, sharp observations and distillations of modern American life, and rangy poems that merge and juxtapose different modes of speech and thought. The cumulative effect is extraordinary. \n\nReading Survival Is a Style, one has the sense one is encountering work that will become a permanent part of American literature.

Named as a 2020 Book of the Year by The Times Literary Supplement \n\nSurvival Is a Style, Christian Wiman's first collection of new poems in six years, may be his best book yet. \n\nHis many readers will recognize the musical and formal variety, the voice that can be tender and funny, credibly mystical and savagely skeptical. But there are many new notes in this collection as well, including a moving elegy to the poet's father, sharp observations and distillations of modern American life, and rangy poems that merge and juxtapose different modes of speech and thought. The cumulative effect is extraordinary. \n\nReading Survival Is a Style, one has the sense one is encountering work that will become a permanent part of American literature.

Children can go through difficult phases - this is a natural part of growing up. Conflicts and arguments are nothing exceptional, but rather a part of everyday family life. The authors of this practical and imaginative book show how parents can create consistent and effective structures, methods and responses, so that children can learn for themselves how to practise self-control and cooperation in a secure environment where they both belong and have autonomy.\nBased on years of experience working with children, including those with special needs, the authors structure their methods around the low arousal approach. With many creative suggestions and real-life examples, this book has the potential to change family life for the better forever.

Children can go through difficult phases - this is a natural part of growing up. Conflicts and arguments are nothing exceptional, but rather a part of everyday family life. The authors of this practical and imaginative book show how parents can create consistent and effective structures, methods and responses, so that children can learn for themselves how to practise self-control and cooperation in a secure environment where they both belong and have autonomy.\nBased on years of experience working with children, including those with special needs, the authors structure their methods around the low arousal approach. With many creative suggestions and real-life examples, this book has the potential to change family life for the better forever.

Il fiume Sele taglia in due la città, e Sara ogni giorno lo attraversa per andare nella scuola di Basilici. I suoi studenti arrivano da tutte le parti del mondo e la guardano con diffidenza. La chiamano Signorina Bellafonte, perché anche se è nera (come la maggior parte di loro) non è una di loro: è cresciuta di là dal fiume, suo zio è il guardiano del frutteto, e da quelle parti le pesche le chiamano «oro rosa», perché sfamano molte famiglie. Sara è la figlia adottiva di un professore di liceo e della cuoca dell'asilo. Sua mamma preparava torte e coltivava rose, suo padre le ha insegnato la passione per le parole: il suo mondo da bambina aveva confini certi. Ora don Paolo le ha trovato questo lavoro, crede che lei sia la persona giusta. Giusta perché? Questi ragazzini, che conoscono tre lingue e ne inventano una diversa ogni pomeriggio, avranno pure il suo stesso colore di pelle ma la scrutano, la sfidano di continuo. All'inizio non riesce a ottenere la loro attenzione nemmeno per mezz'ora. Le parole non bastano piú, forse la strada per comunicare passa per certe esperienze difficili del passato: ogni volta che si è sentita diversa, nel posto sbagliato. Settimana dopo settimana quei nomi impronunciabili e quei volti sfuggenti diventano piú famigliari: Tajaeli Kolu che le assomiglia cosí tanto, Zakaria Laroui con l'occhio pigro e zero modestia, Paul Bonafede che è mezzo italiano e sembra vergognarsene. Ma poi scompare Charlie Dí, che stava sempre seduta al terzo banco, e intanto si moltiplicano le aggressioni nel quartiere: ecco che questo processo accidentato ma prodigioso di conoscenza reciproca rischia di interrompersi. Eppure certe vite spezzate e ricucite possono ancora, come certi innesti, trovare il modo di fiorire.

Il fiume Sele taglia in due la città, e Sara ogni giorno lo attraversa per andare nella scuola di Basilici. I suoi studenti arrivano da tutte le parti del mondo e la guardano con diffidenza. La chiamano Signorina Bellafonte, perché anche se è nera (come la maggior parte di loro) non è una di loro: è cresciuta di là dal fiume, suo zio è il guardiano del frutteto, e da quelle parti le pesche le chiamano «oro rosa», perché sfamano molte famiglie. Sara è la figlia adottiva di un professore di liceo e della cuoca dell'asilo. Sua mamma preparava torte e coltivava rose, suo padre le ha insegnato la passione per le parole: il suo mondo da bambina aveva confini certi. Ora don Paolo le ha trovato questo lavoro, crede che lei sia la persona giusta. Giusta perché? Questi ragazzini, che conoscono tre lingue e ne inventano una diversa ogni pomeriggio, avranno pure il suo stesso colore di pelle ma la scrutano, la sfidano di continuo. All'inizio non riesce a ottenere la loro attenzione nemmeno per mezz'ora. Le parole non bastano piú, forse la strada per comunicare passa per certe esperienze difficili del passato: ogni volta che si è sentita diversa, nel posto sbagliato. Settimana dopo settimana quei nomi impronunciabili e quei volti sfuggenti diventano piú famigliari: Tajaeli Kolu che le assomiglia cosí tanto, Zakaria Laroui con l'occhio pigro e zero modestia, Paul Bonafede che è mezzo italiano e sembra vergognarsene. Ma poi scompare Charlie Dí, che stava sempre seduta al terzo banco, e intanto si moltiplicano le aggressioni nel quartiere: ecco che questo processo accidentato ma prodigioso di conoscenza reciproca rischia di interrompersi. Eppure certe vite spezzate e ricucite possono ancora, come certi innesti, trovare il modo di fiorire.

Per Cami - metà famiglia in Senegal e metà in Italia - gli adulti hanno nuvole al posto della testa e quando vuole cacciare i brutti pensieri le basta far volare in cielo le sue tre clave azzurre. Timo invece ha sopra le orecchie due piccole protesi per ascoltare i discorsi del mondo e nello sguardo una sorta di super potere: vede i fili invisibili che legano le persone. Insieme ai rispettivi fratello e sorella, Sam e Daria, e all'amica del cuore Noki formano una scorribandola, una banda di amici diversi tra loro, pronti a vivere avventure che li legheranno per sempre. La sfida che ora devono affrontare è salvare la magica edicola della persona più bizzarra e colorata del mondo: zio Ruben. Grazie al potere dei loro desideri porteranno avanti la missione, fino a scoprire che \"ciò che cerchi non c'è e ciò che speri invece è già in te\".

Per Cami - metà famiglia in Senegal e metà in Italia - gli adulti hanno nuvole al posto della testa e quando vuole cacciare i brutti pensieri le basta far volare in cielo le sue tre clave azzurre. Timo invece ha sopra le orecchie due piccole protesi per ascoltare i discorsi del mondo e nello sguardo una sorta di super potere: vede i fili invisibili che legano le persone. Insieme ai rispettivi fratello e sorella, Sam e Daria, e all'amica del cuore Noki formano una scorribandola, una banda di amici diversi tra loro, pronti a vivere avventure che li legheranno per sempre. La sfida che ora devono affrontare è salvare la magica edicola della persona più bizzarra e colorata del mondo: zio Ruben. Grazie al potere dei loro desideri porteranno avanti la missione, fino a scoprire che \"ciò che cerchi non c'è e ciò che speri invece è già in te\".

Tutta Intera - Hakuzwimana Ripanti Esperance - Einaudi

A Hundred Days of Carnage, Twenty-Five Years of Rebirth\n\nIn the space of a hundred days, a million Tutsi in Rwanda were slaughtered by their Hutu neighbors. At the height of the genocide, as men with bloody machetes ransacked her home, Denise Uwimana gave birth to her third son. With the unlikely help of Hutu Good Samaritans, she and her children survived. Her husband and other family members were not as lucky.\n\nIf this were only a memoir of those chilling days and the long, hard road to personal healing and freedom from her past, it would be remarkable enough. But Uwimana didn’t stop there. Leaving a secure job in business, she devoted the rest of her life to restoring her country by empowering other genocide widows to band together, tell their stories, find healing, and rebuild their lives. The stories she has uncovered through her work and recounted here illustrate the complex and unfinished work of truth-telling, recovery, and reconciliation that may be Rwanda’s lasting legacy. Rising above their nation’s past, Rwanda’s genocide survivors are teaching the world the secret to healing the wound of war and ethnic conflict. \n\nIncludes 16 pages of color photographs.

A Hundred Days of Carnage, Twenty-Five Years of Rebirth\n\nIn the space of a hundred days, a million Tutsi in Rwanda were slaughtered by their Hutu neighbors. At the height of the genocide, as men with bloody machetes ransacked her home, Denise Uwimana gave birth to her third son. With the unlikely help of Hutu Good Samaritans, she and her children survived. Her husband and other family members were not as lucky.\n\nIf this were only a memoir of those chilling days and the long, hard road to personal healing and freedom from her past, it would be remarkable enough. But Uwimana didn’t stop there. Leaving a secure job in business, she devoted the rest of her life to restoring her country by empowering other genocide widows to band together, tell their stories, find healing, and rebuild their lives. The stories she has uncovered through her work and recounted here illustrate the complex and unfinished work of truth-telling, recovery, and reconciliation that may be Rwanda’s lasting legacy. Rising above their nation’s past, Rwanda’s genocide survivors are teaching the world the secret to healing the wound of war and ethnic conflict. \n\nIncludes 16 pages of color photographs.

Dopo una vita trascorsa a rispondere alle domande e alle curiosità altrui, sulle sue origini, sulla sua pelle, sulle sue opinioni, Espérance Hakuzwimana Ripanti si serve della scrittura come strumento per riappropriarsi del suo spazio ed esporsi, rivelarsi – a modo suo, nei suoi termini, alle sue condizioni. «\"E poi basta\" è il racconto di come sono uscita dalla mia stanza rendendo reale tutto quello che ho trovato nei libri e negli anni. Una chiamata dell’eroe a cui ho risposto a modo mio, senza mai dimenticare la mia storia, cominciata in Ruanda, e i limiti trovati per le strade d’Italia. Il racconto di me, che avrei solo voluto leggere, e di un’estate che invece mi ha cambiato la vita.» Ma è anche il racconto dei compagni di viaggio, delle esperienze che più l’hanno segnata, dei protagonisti che hanno condiviso il fronte con lei. Un saggio, una biografia, una ballata, un manifesto: la storia della sua lotta contro i pregiudizi, e infine la ricerca di soluzioni, tra il buio e la luce del sole.