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Il Cabernet Sauvignon Blanc “Helan Mountains” di Château Changyu Moser viene prodotto in Cina e fu la prima realtà di produzione vitivinicola del paese. La cantina fu fondata nel 1982 da Zhang Bishi, un diplomatico che grazie ai suoi viaggi di lavoro aveva osservato diverse realtà vitivinicole in Europa e America: importò più di 500.000 piante, dando vita alla moderna produzione di vino in Cina, supportato dall’austriaco August Wilhelm Baron Von Babo. Oggi l’attività continua a crescere e ingrandirsi, anche grazie alla presenza di investitori italiani e americani. Si concentra, inoltre, anche molto sul turismo ecologico e culturale legato al mondo del vino. Nel 2015 fu la famiglia Moser a comprare alcune quote aziendali e mettere a disposizione la sua esperienza trentennale nel settore. Le uve Cabernet Sauvignon del “Helan Mountains” Blanc di Château Changyu Moser hanno un’esposizione solare ottima per una crescita e una maturazione completa e i terreni sono floridi e regolarmente irrigati, grazie alle acque del Fiume Giallo che nascono da sorgenti tibetane incontaminate. Il Monte sul versante nord-est protegge i vigneti dalle improvvise gelate primaverili, ma vengono utilizzate pratiche di interramento con sabbia e terra per evitare che in inverno le temperature particolarmente rigide. Durante la vendemmia vengono selezionate solo le uve migliori; in cantina avviene una vinificazione in bianco con uve rosse e una fermentazione alcolica in acciaio; affina sotto stretta supervisione in acciaio per alcuni mesi. Il Cabernet Sauvignon Blanc “Helan Mountains” di Château Changyu Moser appare alla vista di un giallo paglierino con riflessi brillanti; al naso si avvertono sentori di frutta esotica, sentori agrumati tra cui il pompelmo. In bocca la struttura è equilibrata e fresca, dal carattere unico e inimitabile. Si abbina perfettamente con primi piati a base di pesce o verdure, piatti vegetariani e formaggi freschi. È un ottimo prodotto che proviene da una terra dalle potenzialità enormi da degustare in occasione di pranzi in famiglia, per condividere un vino frutto del lavoro di esperienza e dell’attenzione ai dettagli.

Il Cabernet Sauvignon “Helan Mountains” di Château Change Moser viene prodotto nella regione di Ningxia in Cina, considerata la zona più vocata alla produzione vitivinicola cinese. Il diplomatico Zhang Bishi, avendo visitato paesi europei e americani dove la produzione è ampia e rigogliosa, decise di importare un grande numero di piante, al fine di avviare una moderna produzione di vino cinese, grazie anche all’aiuto di un enologo austriaco August Wilhelm Baron von Babo. Nel corso degli anni la produzione si è ingrandita sempre più, anche grazie a investitori italiani e americani; nel 2015 la famiglia Moser, con un’esperienza trentennale nel settore, decise di prendere in mano l’azienda e mettendo a disposizione la propria esperienza. Nel 2017 sono entrati a far parte del progetto CHANGYU International Wine R&D; Center, incentrato sul turismo ecologico e culturale del paese. Le uve Cabernet Sauvignon dell’“Helan Mountains” di Château Change Moser sono coltivate in una zona protetta da improvvise gelate dalla presenza dei monti; i terreni sono ben irrigati grazie alla presenza delle acque del Fiume Giallo che nascono dalle incontaminate sorgenti del Tibet. Le coltivazioni sono protette dalle rigide temperature invernali grazie a tecniche di interramento grazie a sabbia e terra che creano una coltre impenetrabile. A vendemmia avvenuta, le uve vengono trasportate in cantina dove si svolge la fermentazione alcolica in acciaio; sempre in acciaio affinerà per qualche mese prima di essere imbottigliato. Il colore del Cabernet Sauvignon “Helan Mountains” di Château Change Moser è di un rosso rubino con riflessi brillanti. I profumi ricordano sentori di ciliegia, fragola, lampone, note di sottobosco e aromi speziati sul finale. In bocca si rivela corposo, intenso e fresco con una buona presenza di tannini ben integrati nel corpo del vino. Si abbina perfettamente con carne rossa alla griglia e in umido, primi piatti con sughi importanti e piatti vegetariani; interessante anche con formaggi erborinati. Ottimo prodotto da conservare nella propria cantina personale per condividerlo con la famiglia per ricorrenze o anniversari, gustando nel calice un prodotto unico, dai sapori genuini e autentici.

Something’s not adding up for Mayor Li Gaocheng.\n\nDespite a massive influx of wealth, his city’s wellspring – the old textile mill – seems to have dried up. Workers are on strike for unpaid wages while rumours are spreading of the management paying for thrills at new “entertainment centres”.\n\nMayor Li is determined to get to the bottom of things, but a lifetime of steadfast service leaves him ill-equipped for this new China, where there is nothing that money can’t buy. Entangled by interests intent on turning the siphoning of funds into a flood, how long can one man stem the tide?

A rapturous novel about a young chef whose discovery of pleasure alters her life and, indirectly, the world\n\n'A startling prose hymn to food and sex, love and violence' GUARDIAN\n'Unique, ambitious, haunting' GABRIELLE ZEVIN\n'Truly exceptional' ROXANE GAY\n'Superb' DOUGLAS STUART\n\nA smog has spread, food is disappearing, and a chef escapes her career in London to take a job at a decadent mountaintop colony: an experiment in a new way of living and eating. There, her mysterious employer and his visionary daughter have built a lush new life for the global elite, one that reawakens the chef to the pleasures of taste and touch. Before long, she is pushed to discover the real nature of the project: a startling attempt to reshape the world far beyond the place.\n\nLand of Milk and Honey is a striking novel about food, sex and the intricacies of desire.\n\n'It’s hard not be mesmerised by prose that is as rich and as startling as the food her protagonist prepares' OBSERVER\n'An astounding book' CALEB AZUMAH NELSON\n'The most sensual novel about food I have ever read' EMMA DONOGHUE

Something’s not adding up for Mayor Li Gaocheng.\n\nDespite a massive influx of wealth, his city’s wellspring – the old textile mill – seems to have dried up. Workers are on strike for unpaid wages while rumours are spreading of the management paying for thrills at new “entertainment centres”.\n\nMayor Li is determined to get to the bottom of things, but a lifetime of steadfast service leaves him ill-equipped for this new China, where there is nothing that money can’t buy. Entangled by interests intent on turning the siphoning of funds into a flood, how long can one man stem the tide?

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Amy Wu does her best to make her new classmate feel welcome in this warmhearted and playfully illustrated follow-up picture book to Amy Wu and the Perfect Bao and Amy Wu and the Patchwork Dragon.\n\nAmy's class has a new student from China! Amy tries hard to make Lin feel included, but she can't draw him out of his shell. Then she sees Lin chattering happily in Chinese with his family. The gears in her head start to turn, and a plan blossoms. Step one: invite Lin to her dumpling party...\n \n With a little help from her grandma and a shiny new banner, can Amy give Lin the warmest welcome?

A Kirkus Reviews Best Picture Book of 2019\n \nMeet the funny, fierce, and fearless Amy Wu, who is determined to make a perfect bao bun today. Can she rise to the occasion?\n\nAmy loves to make bao with her family. But it takes skill to make the bao taste and look delicious. And her bao keep coming out all wrong.\n \nThen she has an idea that may give her a second chance…Will Amy ever make the perfect bao?

Pubblicato originariamente nel 1987, due anni prima delle proteste che sfociarono poi nella tragedia di Piazza Tienanmen, L'antica nave ripercorre quattro decenni di storia cinese, mettendo in risalto tutte le speranze che la rivoluzione maoista aveva inizialmente suscitato e le delusioni che la realtà del socialismo portò con sé. \r\n«Zhang è bravissimo a fare di Wali un microcosmo dei sommovimenti politici e culturali che scossero la Cina nel XX secolo.» - Publishers Weekly\r\n«Calato nella ricerca di una identità culturale come era tipico del tempo in cui scrisse il romanzo, Zhang Wei legge nel conflitto irriducibile tra innovazione e tradizionalismo, tra chiusura e apertura al mondo, l'essenza stessa della Storia cinese, solo scalfita dai sobbalzi della politica.» - Nicoletta Pesaro, il manifesto\r\nIl settimanale «Asia Weekly» l'ha inserito fra i cento migliori romanzi cinesi del XX secolo. Alla morte di Mao, nel 1976, in Cina venne dichiarata conclusa la «lotta di classe» e avviata l'era delle riforme con l'intento di pacificare la società, dilaniata dall'odio, e avviare la modernizzazione del Paese. Fu allora che si tornò a parlare di umanesimo, del valore dell'uomo in quanto persona e non tassello di un congegno sociale, «vite di un ingranaggio» come sosteneva lo stesso Mao. L'autentica aspirazione del socialismo doveva tornare a essere la liberazione dell'essere umano, non il suo asservimento a un'idea. La storia venne riletta e rinarrata prendendo in conto soprattutto le sofferenze subite dalle vittime delle precedenti campagne politiche: la riforma agraria, la lotta contro gli elementi di destra, la carestia seguita al Grande balzo in avanti, la Rivoluzione culturale. Il romanzo di Zhang Wei si inquadra in questo momento storico e tenta, oltre a ribaltare il passato prossimo, di ricollegare la storia recente con una grandezza ormai andata perduta. L'antica nave che viene riportata alla luce dal letto del fiume Luqing, prosciugatosi nel corso dei secoli, è il simbolo della gloria del passato e del contatto poi interrotto con il mondo esterno. La vicenda è ambientata nella piccola città di Wali sulla riva del fiume Luqing, un luogo di fantasia nella provincia dello Shandong. Narra i fluttuanti rapporti fra tre generazioni delle principali famiglie del posto – i Sui, i Li e gli Zhao – dagli anni Trenta ai primi anni Ottanta. Nel periodo Repubblicano, il clan Sui – industriali e proprietari terrieri – possiede un'enorme fabbrica di vermicelli di soia, i celebri «Drago bianco», che vengono esportati in tutto il mondo. Gli Zhao, invece, lavorano la terra o fanno gli operai. La rivoluzione del 1949 ribalta tuttavia ogni cosa: gli Zhao conquistano il potere e sfogano il loro odio nei confronti dei padroni del passato prendendo possesso dei loro beni e facendo violenza alle loro donne; la fabbrica viene nazionalizzata e i membri della famiglia Sui sono trasformati in operai della loro stessa azienda, mentre i Li, scienziati un po' eccentrici,...

Pubblicato originariamente nel 1987, due anni prima delle proteste che sfociarono poi nella tragedia di Piazza Tienanmen, L'antica nave ripercorre quattro decenni di storia cinese, mettendo in risalto tutte le speranze che la rivoluzione maoista aveva inizialmente suscitato e le delusioni che la realtà del socialismo portò con sé. \r\n«Zhang è bravissimo a fare di Wali un microcosmo dei sommovimenti politici e culturali che scossero la Cina nel XX secolo.» - Publishers Weekly\r\n«Calato nella ricerca di una identità culturale come era tipico del tempo in cui scrisse il romanzo, Zhang Wei legge nel conflitto irriducibile tra innovazione e tradizionalismo, tra chiusura e apertura al mondo, l'essenza stessa della Storia cinese, solo scalfita dai sobbalzi della politica.» - Nicoletta Pesaro, il manifesto\r\nIl settimanale «Asia Weekly» l'ha inserito fra i cento migliori romanzi cinesi del XX secolo. Alla morte di Mao, nel 1976, in Cina venne dichiarata conclusa la «lotta di classe» e avviata l'era delle riforme con l'intento di pacificare la società, dilaniata dall'odio, e avviare la modernizzazione del Paese. Fu allora che si tornò a parlare di umanesimo, del valore dell'uomo in quanto persona e non tassello di un congegno sociale, «vite di un ingranaggio» come sosteneva lo stesso Mao. L'autentica aspirazione del socialismo doveva tornare a essere la liberazione dell'essere umano, non il suo asservimento a un'idea. La storia venne riletta e rinarrata prendendo in conto soprattutto le sofferenze subite dalle vittime delle precedenti campagne politiche: la riforma agraria, la lotta contro gli elementi di destra, la carestia seguita al Grande balzo in avanti, la Rivoluzione culturale. Il romanzo di Zhang Wei si inquadra in questo momento storico e tenta, oltre a ribaltare il passato prossimo, di ricollegare la storia recente con una grandezza ormai andata perduta. L'antica nave che viene riportata alla luce dal letto del fiume Luqing, prosciugatosi nel corso dei secoli, è il simbolo della gloria del passato e del contatto poi interrotto con il mondo esterno. La vicenda è ambientata nella piccola città di Wali sulla riva del fiume Luqing, un luogo di fantasia nella provincia dello Shandong. Narra i fluttuanti rapporti fra tre generazioni delle principali famiglie del posto – i Sui, i Li e gli Zhao – dagli anni Trenta ai primi anni Ottanta. Nel periodo Repubblicano, il clan Sui – industriali e proprietari terrieri – possiede un'enorme fabbrica di vermicelli di soia, i celebri «Drago bianco», che vengono esportati in tutto il mondo. Gli Zhao, invece, lavorano la terra o fanno gli operai. La rivoluzione del 1949 ribalta tuttavia ogni cosa: gli Zhao conquistano il potere e sfogano il loro odio nei confronti dei padroni del passato prendendo possesso dei loro beni e facendo violenza alle loro donne; la fabbrica viene nazionalizzata e i membri della famiglia Sui sono trasformati in operai della loro stessa azienda, mentre i Li, scienziati un po' eccentrici,...

Amy Wu does her best to make her new classmate feel welcome in this warmhearted and playfully illustrated follow-up picture book to Amy Wu and the Perfect Bao and Amy Wu and the Patchwork Dragon.\n\nAmy's class has a new student from China! Amy tries hard to make Lin feel included, but she can't draw him out of his shell. Then she sees Lin chattering happily in Chinese with his family. The gears in her head start to turn, and a plan blossoms. Step one: invite Lin to her dumpling party...\n \n With a little help from her grandma and a shiny new banner, can Amy give Lin the warmest welcome?

A Kirkus Reviews Best Picture Book of 2019\n \nMeet the funny, fierce, and fearless Amy Wu, who is determined to make a perfect bao bun today. Can she rise to the occasion?\n\nAmy loves to make bao with her family. But it takes skill to make the bao taste and look delicious. And her bao keep coming out all wrong.\n \nThen she has an idea that may give her a second chance…Will Amy ever make the perfect bao?

When Amy Wu learns about Chinese ribbon dancing, she can't wait to try it out herself in this charming and brightly illustrated fourth installment in the Amy Wu picture book series.\n\n Amy Wu loves to move. From wriggling to shimmying to toe-tapping, she just can't keep still, not when there's music all around her! So when Amy sees Chinese ribbon dancing for the first time, she has to try it out. Only, how can she throw the perfect dance party when she doesn't have the perfect ribbon for her dance?\n\n A special story from Mom may be just the thing to get Amy moving to the music again.

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