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Augenpflege mit der Kraft der Alpenrose! Mit der Kraft der Alpenrose pflegt die Advanced Cellular Alpine Day and Night Eye Cream von QMS Medicosmetics Ihre empfindliche Augenpartie. Ihre Haut rundum Ihre Augen wird wieder strahlend schön. Sollten Sie unter Krähenfüße, Augenringe und Fältchen leiden, kann Ihnen die innovative Anti-Aging Augenpflege von QMS Medicosmetics helfen, diese zu bekämpfen. Durch die Geheimwaffe der Alpenrose, werden Fältchen und Schwellungen reduziert. Das zarte Fluid enthält pflanzliche Stammzellen, die die Vitalität Ihrer hauteigenen Stammzellen stärken. So wird die Widerstandskraft Ihrer Haut gestärkt und vor schädlichen Umwelteinflüssen geschützt. Wertvolle Inhaltsstoffe regen das Wachstum Ihrer Stammzellen an. Durch die aufpolsternde Wirkung werden Anzeichen der Hautalterung gemindert. Bei regelmäßiger Anwendung verlängert sich die Lebensdauer Ihrer Hautzellen und der Hautalterungsprozess wird sichtbar verzögert. Das Ergebnis ist eine straffe und strahlende Augenpartie. Mit dieser Pflege ziehen Sie alle Blicke auf sich.

Un frammento di parola può descrivere tutto se è in grado di cogliere il nostro stato interiore. In tal senso la poesia è sublimazione della parola. Passando attraverso il tempo, evolvendosi in forme diverse per lessico e argomenti, \"Déjà vu\" richiama i ricordi più reconditi scanditi in cinquanta momenti, cinquanta esperienze di vita comune, di emozione, di sofferenza e infine, di amore. Proprio attraverso l’amore è possibile affrontare questa esistenza, saper cogliere le giornate perfette, saper ascoltare il ritmo della vita, in una poesia che è essenziale ed ermetica per poi divenire musicale, dialettale e sismica nel voler scuotere le certezze, nel voler essere umorismo rimato e nel voler trasmettere in versi la leggerezza e le difficoltà del quotidiano. Questa raccolta ambisce a toccare i diversi sensi, a riempire i silenzi, ad accogliere i vuoti fertili per avere un unico, ineluttabile, finale: mille strade e mille modi che portano, inevitabilmente, all'amore.

Quella tra Roland Penrose e Joan Miró fu un'amicizia profonda e duratura, nata nella Parigi del 1920 e alimentata da figure come Georges Braque, Pablo Picasso e Max Ernst. In \"Miró\", Penrose analizza le fasi del percorso artistico dell'amico in un racconto che si estende per 140 illustrazioni. Da grande estimatore, promotore e collezionista d'arte, l'autore disegna l'evoluzione dell'artista Joan Miró da una pittura strettamente legata alle origini contadine, nella quale lo stile è influenzato dal ritmo della tradizione popolare, a un'arte più rivolta alla fuga dalla realtà, segnata dal decisivo passaggio a uno stile astratto. Fu proprio questo nuovo approccio che consentì a Miró di ridisegnare il mondo: un approccio surrealista secondo cui i prodotti della fantasia devono essere considerati parte della realtà.

Pittore, scultore e magistrale sperimentatore di nuovi materiali e nuove tecniche, il catalano Joan Mirò nutre la propria arte di immagini simboliche e di miti misteriosi, evocati da una spontaneità inesauribile, accompagnata da un prodigioso senso del ritmo. Le sue opere esprimono una forte carica individuale e attingono alla sfera del sogno e dell'inconscio, aprendo le porte di un mondo completamente nuovo, la cui importanza è ancora tutta da valutare. Roland Penrose, che a Mirò è stato legato da una lunga e profonda amicizia, descrive le fasi del suo percorso, dall'esordio sotto l'influsso dei 'fauves' all'incontro col surrealismo fino alle grandi opere degli anni Sessanta, analizzando i rapporti di affinità con altri grandi dell'arte contemporanea.

Quella tra Roland Penrose e Joan Miró fu un'amicizia profonda e duratura, nata nella Parigi del 1920 e alimentata da figure come Georges Braque, Pablo Picasso e Max Ernst. In \"Miró\", Penrose analizza le fasi del percorso artistico dell'amico in un racconto che si estende per 140 illustrazioni. Da grande estimatore, promotore e collezionista d'arte, l'autore disegna l'evoluzione dell'artista Joan Miró da una pittura strettamente legata alle origini contadine, nella quale lo stile è influenzato dal ritmo della tradizione popolare, a un'arte più rivolta alla fuga dalla realtà, segnata dal decisivo passaggio a uno stile astratto. Fu proprio questo nuovo approccio che consentì a Miró di ridisegnare il mondo: un approccio surrealista secondo cui i prodotti della fantasia devono essere considerati parte della realtà.

A new edition of this classic survey on the life and work of Spanish surrealist, Joan Miro, by his close friend, historian and fellow artist Roland Penrose.\n \n Among the great 20th-century masters, the surrealist painter Joan Miro stands out for the atmosphere of wit and spontaneity that pervades his work. Miro's art went through many phases, and its major features - his signs and symbols, his series of anguished peintures sauvages in the 1930s, his lyrical, poetic gouaches, his monumental sculptures and ceramics, his unprecedented use of poetic titles, and his attachment to nature and to the night - are discussed here by Roland Penrose, a friend of the artist for almost five decades. A brief epilogue by Eduardo de Benito, London correspondent of the Spanish art periodical Lapiz, illustrates the developments of Miro's last years. This new revised edition, now illustrated in colour throughout, includes a foreword by Antony Penrose, outlining the relationship between his father and the artist, as well as updates to the Bibliography.

A new edition of this classic survey on the life and work of Spanish surrealist, Joan Miro, by his close friend, historian and fellow artist Roland Penrose.\n \n Among the great 20th-century masters, the surrealist painter Joan Miro stands out for the atmosphere of wit and spontaneity that pervades his work. Miro's art went through many phases, and its major features - his signs and symbols, his series of anguished peintures sauvages in the 1930s, his lyrical, poetic gouaches, his monumental sculptures and ceramics, his unprecedented use of poetic titles, and his attachment to nature and to the night - are discussed here by Roland Penrose, a friend of the artist for almost five decades. A brief epilogue by Eduardo de Benito, London correspondent of the Spanish art periodical Lapiz, illustrates the developments of Miro's last years. This new revised edition, now illustrated in colour throughout, includes a foreword by Antony Penrose, outlining the relationship between his father and the artist, as well as updates to the Bibliography.