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Il vino Barbera d’Asti Superiore Nizza “La Court” prende il proprio nome dal cru di provenienza, un vero e proprio palcoscenico unico per le potenzialità del vitigno Barbera. Qui, infatti, quest’uva riesce ad assumere caratteristiche particolari, che uniscono struttura, longevità ed eleganza, dando origine a una danza di profumi e sapori che sconvolge sin dai primi istanti. Un rosso con cui Michele Chiarlo continua il proprio filone d’eccellenza, fatto di etichette che, all’interno di ogni territorio, ne raccontano solo il meglio. La Barbera d’Asti Superiore Nizza “La Court” nasce dall’utilizzo in purezza di uno dei vitigni più presenti all’interno del terroir vitivinicolo piemontese, la Barbera. Le viti di questa varietà vengono coltivate dal team di Michele Chiarlo all’interno di uno dei crus più importanti dell’intero Monferrato, il La Court, caratterizzato da un terreno composto da marne argillose e calcaree, in cui abbondano sabbia e limo. Qui la cantina coltiva 3 ettari di vigneti, situati a un’altezza di 240 metri sul livello del mare ed esposti verso sud e sud-ovest. Le uve, accuratamente selezionate, fermentano per 12 giorni in tini di legno di rovere, per poi maturare, sia in barrique che in botte grande, per un anno. Il “La Court” è una Barbera d’Asti Superiore Nizza che, al calice, si presenta con un tipico colore rosso rubino, attraversato da lampi più purpurei nell’unghia. Il naso è dominato da note di piccola frutta rossa matura, da cui emergono sensazioni più profonde che rimandano alle spezie e al boisé. In bocca è ampio, morbido, con un corpo strutturato e rotondo, quasi tattile; il sorso si contraddistingue per una piacevole vena fresca, che rende la beva scorrevole. Una delle etichette più rappresentative realizzate dalla cantina Michele Chiarlo, che, vendemmia dopo vendemmia, si conferma sempre su ottimi livelli qualitativi.

Formato: 0.75l; Temperatura di servizio: 8/10 °C; Annata: 2023; Alcol: 12.5%; Giudizio di Tannico: 83pt;

Formato: 1.5l; Temperatura di servizio: 16/18 °C; Annata: 2020; Alcol: 14%; Giudizio di Tannico: 92pt;

Rosso granato con riflessi brillanti. Etereo, balsamico e complesso. Note di piccoli frutti, liquirizia e tabacco. Ampio, armonico e aristocratico con tannini setosi ben integrati alla struttura.

Dalla vinificazione di uve di Nebbiolo. la provenienza è quella classica del Piemonte, nell’ Area del Barolo e La Morra. La vendemmia prevede la raccolta manuale. La vinificazione prevede la fermentazione alcolica in tini di rovere con macerazione di 20 giorni. L’affinamento &egra

Rosso rubino intenso. Sorprendente per la sua nettezza ed eleganza, frutta rossa, ciliegia matura, lampone e note dolci di tabacco. Ampio, strutturato, impressiona per la sua fresca morbidezza e rotondità; finale piacevolmente sapido.

Il Lambrusco Spumante Dry “Pruno Nero” della cantina Cleto Chiarli è un vino spumante rosso fragrante, fruttato e gioviale prodotto a Castelvetro, nel modenese, in Emilia-Romagna. Si tratta di un Lambrusco Grasparossa in purezza, varietà autoctona e tipica di quest’area famosa per la sua non grande vigoria vegetativa, ma soprattutto per la particolare caratteristica che vede con l’autunno l’arrossamento delle foglie e dei raspi. Le viti vengono allevate con il metodo a spalliera sulle dolci colline della provincia di Modena, caratterizzate da terreni molto magri e poco permeabili con prevalenza di argille sabbiose e marnose miste a blocchi calcarei di diverse dimensioni. La cantina è uno dei nomi più rappresentativi e di prestigio dell’intera denominazione, fondata nel 1860 dall’oste Cleto e oggi proprietaria di circa 100 ettari vitati, in grado di coniugare il legame secolare con la tradizione del territorio con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Il “Pruno Nero” Lambrusco Dry è uno spumante prodotto con uve attentamente selezionate e vendemmiate nel momento della loro maturazione ottimale. I grappoli, una volta raggiunta la cantina, vengono diraspati e pigiati in maniera delicata per poi subire una macerazione di circa 48 ore a una temperatura di 15 °C. Segue la fermentazione alcolica, che si svolge a basse temperature in contenitori di acciaio inox termocontrollati per qualche settimana. Successivamente il vino base viene addizionato del liquor de tirage per svolgere la rifermentazione che avviene in autoclavi pressurizzate con un affinamento sui lieviti di minimo 6 mesi, prima di procedere all’imbottigliamento e alla futura messa in commercio. Il Lambrusco Dry “Pruno Nero” di Cleto Chiarli si presenta alla vista di un bel colore rosso porpora con una schiuma brillante. Al naso compaiono intensi aromi di frutta rossa, tra cui la ciliegia, la fragola e la marasca, note floreali e di erbe aromatiche per finire su sentori vegetali e lievi accenni speziati. In bocca è schietto, immediato, gustoso e succoso, connotato da un tannino morbido e vellutato e da una buona freschezza. Questo Lambrusco della cantina Cleto Chiarli è uno spumante giovane, vivace e gustoso, di grande piacevolezza e bevibilità.

Rubino granato con brillanti riflessi. Intenso, aristocratico, complesso con note di piccoli frutti, liquirizia, tabacco dolce. Avvolgente ricco con tannini setosi che accompagnano sensazione di corposità e pienezza.

Lambrusco di Sorbara e Cleto Chiarli è un binomio che da tanti anni riserva gioia e felicità nel bicchiere, regalando prodotti sempre equilibrati, comprensibili e aggraziati. Proprio come questo “Premium”, vino rosso frizzante incisivo e di personalità, frutto del grande know-how della cantina Chiarli, che avvolge il palato con una bollicina morbida e con una struttura davvero piacevole. La storia di Chiarli risale addirittura al 1860, quando Cleto, fondatore delle fortune famigliari, decise di cessare l’attività della sua osteria, per dedicarsi esclusivamente alla produzione di Lambrusco. Una scelta a dir poco vincente, dal momento che, di decennio in decennio, la cantina aumentò la proprie dimensioni e il proprio volume commerciale, sino ad arrivare a oggi, producendo 900.000 bottiglie che racchiudono in sé tutta la passione e la dedizione delle generazioni della famiglia che da secoli hanno calcato le terre del modenese. Il “Premium” è un Lambrusco di Sorbara le cui uve, dopo la raccolta, subiscono una leggera macerazione, per poi fermentare ed effettuare la presa di spuma in autoclave, secondo i principi del Metodo Martinotti o Charmat, introdotti proprio dalla cantina Chiarli per la prima volta in Emilia-Romagna nel 1959. Il vino poi, prima di venire imbottigliato, rimane in affinamento sui propri lieviti per tre mesi. Il “Premium” di Cleto Chiarli è un Lambrusco di Sorbara che nel calice assume una tonalità rosso rubino leggero, con riflessi rosacei. I profumi che si sviluppano al naso richiamano note fruttate e di sottobosco. All’assaggio la spuma è sottile e vellutata, e il sorso si caratterizza per una vena leggermente minerale. E’ un’etichetta dal carattere fortemente conviviale, che trova la propria vocazione gastronomica con diversi piatti della cucina italiana: per andare sul sicuro, non c’è niente di meglio che aprire questo Magnum di Lambrusco con un tipico gnocco fritto accompagnato da salumi del territorio.

Formato: 0.75l; Temperatura di servizio: 18/20 °C; Annata: 2022; Alcol: 13.5%; Giudizio di Tannico: 92pt;

Purpureo con brillanti riflessi rubini. Intenso, elegante e complesso, con note di piccoli frutti neri, amarene, rabarbaro, cioccolato. Un ottimo impatto con vellutata armonia, setoso e fresco e finale di lunghissima persistenza.

Lambrusco di Sorbara e Cleto Chiarli è un binomio che da tanti anni riserva gioia e felicità nel bicchiere, regalando prodotti sempre equilibrati, comprensibili e aggraziati. Proprio come questo “Premium”, vino rosso frizzante incisivo e di personalità, frutto del grande know-how della cantina Chiarli, che avvolge il palato con una bollicina morbida e con una struttura davvero piacevole. La storia di Chiarli risale addirittura al 1860, quando Cleto, fondatore delle fortune famigliari, decise di cessare l’attività della sua osteria, per dedicarsi esclusivamente alla produzione di Lambrusco. Una scelta a dir poco vincente, dal momento che, di decennio in decennio, la cantina aumentò la proprie dimensioni e il proprio volume commerciale, sino ad arrivare a oggi, producendo 900.000 bottiglie che racchiudono in sé tutta la passione e la dedizione delle generazioni della famiglia che da secoli hanno calcato le terre del modenese. Il “Premium” è un Lambrusco di Sorbara le cui uve, dopo la raccolta, subiscono una leggera macerazione, per poi fermentare ed effettuare la presa di spuma in autoclave, secondo i principi del Metodo Martinotti o Charmat, introdotti proprio dalla cantina Chiarli per la prima volta in Emilia-Romagna nel 1959. Il vino poi, prima di venire imbottigliato, rimane in affinamento sui propri lieviti per tre mesi. Il “Premium” di Cleto Chiarli è un Lambrusco di Sorbara che nel calice assume una tonalità rosso rubino leggero, con riflessi rosacei. I profumi che si sviluppano al naso richiamano note fruttate e di sottobosco. All’assaggio la spuma è sottile e vellutata, e il sorso si caratterizza per una vena leggermente minerale. E’ un’etichetta dal carattere fortemente conviviale, che trova la propria vocazione gastronomica con diversi piatti della cucina italiana: per andare sul sicuro, non c’è niente di meglio che assaggiarlo con un tipico gnocco fritto accompagnato da salumi del territorio.

Il Moscato è il miglior vino da dessert al mondo e Nivole è continuamente il migliore. (Michael Broadbent, Director of Christies and Master of Wines President)

Lo Spumante Brut “Rosè de Noir” di Cleto Chiarli è un Metodo Martinotti o Charmat di assoluta eccellenza, che sorprende per l’eleganza e la piacevole fragranza fruttata. È prodotto con un’insolita cuvée di uve a bacca rossa: l’autoctono Lambrusco Grasparossa e il Pinot Noir. La struttura delle uve rosse regala un rosé di buon corpo, caratterizzato da un’esuberante freschezza e da un frutto ricco ed espressivo, tipico del Grasparossa. Un’etichetta capace di regalare un’esperienza gustativa accattivante e indimenticabile. Il Brut “Rosè de Noir” è un’eccellenza dell’Emilia Romagna, uno spumante realizzato da uno dei produttori più famosi della regione. La cantina Cleto Chiarli è stata fondata nella seconda metà dell’800 e rappresenta la storia dei vini del territorio, punto di riferimento imprescindibile per chi vuole approfondire la conoscenza con questa generosa terra. La tenuta ha un’estensione di 100 ettari, coltivati in zone particolarmente vocate, soprattutto per la coltivazione del Lambrusco, vero vitigno emblema della cantina. L’enorme merito di Cleto Chiarli è stato proprio d’aver trasformato l’immagine del Lambrusco da vino spesso ordinario in una vera e propria eccellenza del territorio. Grazie al suo coraggio imprenditoriale e alle sue intuizioni, è stato capace di mettere in luce il valore del vitigno sia per produrre vini fermi, che spumanti. Il “Rosè de Noir” di Cleto Chiarli è uno Spumante Brut semplice e scorrevole, che esprime le migliori caratteristiche del Lambrusco Grasparossa. Al termine delle operazioni di vendemmia, i migliori grappoli sono pressati in modo molto soffice, con un breve contatto con le bucce in pressa. Il mosto è poi vinificato in bianco con lieviti selezionati in serbatoi d’acciaio inox. Dopo un periodo di maturazione, i vini base sono assemblati in vasche di acciaio per la presa di spuma e la rifermentazione in autoclave. Il colore è rosa delicato e vivace, con un perlage continuo di buona finezza. Il bouquet regala aromi fragranti di fragoline di bosco, ribes rosso, lampone e delicate sfumature di violetta, che anticipano un sorso dal frutto ricco e armonioso. Il finale è molto fresco e piacevolmente fruttato. È ottimo da degustare come aperitivo o per accompagnare antipasti di mare o un tagliere di saporiti salumi del territorio.

Formato: 0.375l; Temperatura di servizio: 18/20 °C; Annata: 2022; Alcol: 13.5%; Giudizio di Tannico: 90pt;

Questo vino Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Vigneto Cialdini” è un inno alla gioia e alla spensieratezza, caratteristiche che emergono da una beva schietta e autentica. Merito di Cleto Chiarli, realtà produttiva che per prima si dedicò alla realizzazione di vini tipici dell’Emilia Romagna, sin dall’inizio della propria costituzione, nel lontano 1860. Un’etichetta dal sorso vinoso e secco, con una spuma elegante ed evanescente, che riesce a mettere d’accordo, con ottimi punteggi, la critica italiana e internazionale. Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Vigneto Cialdini” nasce dall’utilizzo in purezza di un vitigno che, per l’Emilia Romagna, rappresenta più che un simbolo, il Lambrusco di Grasparossa. Le viti di questa varietà vengono coltivate dal team di Cleto Chiarli con cura e passione, e le uve, una volta raccolte, vengono pigiate tradizionalmente, macerando per 36 ore a una temperatura compresa fra i 10 e i 12 gradi. Il mosto viene quindi svinato e refrigerato, per poi fermentare ed effettuare la presa di spuma in acciaio. La seconda rifermentazione avviene seguendo i principi di produzione tipici del Metodo Martinotti, in autoclave, dove il vino rimane sino a quando non si dà inizio alle operazioni di imbottigliamento.   Il Chiarli “Vigneto Cialdini” è un Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, che, alla vista, si annuncia con un colore rosso rubino, con una spuma che tende verso il violaceo. Lo spettro olfattivo racconta note principalmente fruttate, da cui emergono vivi sentori più minerali, e lievi accenni allo speziato. All’assaggio è di corpo leggero, frizzante, con un sorso asciutto, che scorre al palato con raffinatezza ed eleganza. Un’etichetta firmata Cleto Chiarli ottima sia all’ora dell’aperitivo che a tutto pasto, per riservarsi un momento di puro godimento!

Formato: 0.75l; Temperatura di servizio: 16/18 °C; Annata: 2022; Alcol: 13.5%; Giudizio di Tannico: 97pt;

Il Gavi “Rovereto” è un vino che si presenta con un biglietto da visita costituito da sapidità e freschezza. Due caratteristiche importanti, che contribuiscono a rendere la beva piacevole e scorrevole, facendoci scoprire uno dei pochi crus storici dell’intera denominazione di Gavi, il Rovereto. Un terroir dove marne argillose e pietre la fanno da padrone, donando la tipica impronta minerale al vino. Un’etichetta che non delude mai, da tenere sempre in considerazione. Il Chiarlo Gavi “Rovereto” nasce dalle uve in purezza di Cortese, vitigno autoctono a bacca bianca che trova, nella zona a sud di Alessandria, il proprio luogo d’elezione. Ed è proprio qui che si trova uno dei crus più storici per la sua coltivazione, il Rovereto, dove la cantina Michele Chiarlo possiede ben cinque ettari di vigneti, situati a un’altezza compresa fra i 400 e i 500 metri sul livello del mare ed esposti verso sud-est. Le viti coltivate hanno circa 15 anni d’età, e affondano le radici in un terroir caratterizzato da un sottosuolo composto prevalentemente da marne, pietre e argille. Una parte degli acini, una volta raccolti, effettua la criomacerazione; poi si procede con la pressatura e con la fermentazione in contenitori d’acciaio. Sempre in acciaio il vino rimane poi ad affinare per 5 mesi sui lieviti. Il bianco Gavi “Rovereto” si rivela alla vista con un colore carico, che riporta alla tonalità del giallo paglierino. I profumi che avvolgono il naso raccontano sensazioni erbacee e floreali, dalle quali emergono anche tocchi più minerali. All’assaggio è di corpo leggero, croccante, con un sorso ampio che si muove su una progressione sapida e fresca; termina con un finale contraddistinto da un retrogusto persistente. Un’etichetta con cui la cantina Michele Chiarlo presenta un vino che si trova a suo agio in ambito gastronomico, abbinandosi soprattutto a quei piatti dove pesce e molluschi recitano la parte dei protagonisti.

La storia economica indiana moderna inizia nel 1947 con l'indipendenza dal Regno Unito. Fino agli anni ottanta, l'India ha favorito il controllo pubblico delle imprese e sottomesso quelle private a divieti e obblighi di licenza. In seguito ha virato verso la liberalizzazione e l'apertura internazionale, che accelerano dagli anni novanta. Oggi, l'India ha un'economia prevalentemente basata sui servizi, anche avanzati. Rispetto alla Cina, ha un'industria piccola e poco competitiva e un'apertura internazionale limitata. Il peso della povertà, inoltre, rimane alto. Per rispondere a queste sfide e mantenere una crescita sostenuta, all'India occorrono infrastrutture, occupazione diffusa e completamento delle riforme. Il libro di Chiarlone racconta questa storia e chiarisce in modo sintetico, ma preciso, le caratteristiche (e i limiti) di quello che oggi all'Occidente appare come il \"miracolo indiano\".